"Qualsiasi intervento governativo di modifica della legge Fornero sul sistema pensionistico prima della decisione della Corte Costituzionale avrebbe il significato di impedire il giudizio popolare su una legge che tante ingiustizie ha già creato". Lo ha dichiarato il segretario confederale dell'Ugl, Nazzareno Mollicone, commentando il rinvio della camera di consiglio dei giudici della Consulta (prevista per il 14 gennaio e rinviata al 20 gennaio) sull'ammissibilità o meno del referendum sulla riforma Pensioni Fornero promosso dalla Lega Nord di Matteo Salvini.

Una posizione diversa da quella assunta da Cgil, Cisl e Uil che invece chiedono di modificare la riforma previdenziale del Governo Monti e di introdurre nuove forme di pensione anticipata a prescindere dal quesito referendario.

Riforma pensioni 2015, Mollicone (Ugl): 'No modifiche a legge Fornero prima della decisione sul referendum'

"Sarà poi in base alle motivazioni della Corte Costituzionale sia per l'ammissione che per l'eventuale negazione - ha aggiunto il dirigente sindacale - che il Governo Renzi e le parti sociali, oltre che i proponenti - potranno decidere d'intervenire sulla legge in questione.

Sono però da respingere - secondo il sindacalista - interventi preventivi che, oltre a dimostrare il timore di una possibile vittoria referendaria, potrebbero da un lato influire - ha sottolineato - sulla decisione dei giudici della Corte Costituzionale e dall'altro - ha proseguito il dirigente confederale dell'Ugl Nazzareno Mollicone - portare a soluzioni non coerenti con le richieste di modifica della legge soprattutto - ha concluso - se non ci sarà un confronto approfondito con le parti sociali". Tra le prime modifiche alla riforma pensioni Fornero introdotte nella legge di Stabilità 2015 l'introduzione di limiti sulle pensioni d'oro dei grand commis di Stato e l'eliminazione delle penalità sulla pensione anticipata dei lavoratori precoci.

Riforma pensioni 2015, Anap: 'Basta mettere mani nelle tasche di anziani e pensionati'

E a proposito di lavoro e riforma pensioni si fa sentire la voce dell'Associazione nazionale anziani e pensionati. "Il problema, il vero problema è l'occupazione", ha detto il presidente dell'Anap Giampaolo Palazzi commentando i nuovi dati Istat sulla disoccupazione record in Italia, con dati ancora più allarmanti per quanto riguarda la disoccupazione giovanile. "I dati presentati dall'Istat - secondo il rappresentante dell'associazione pensionati e degli anziani - dovrebbero far riflettere quanti ritengono che sia prioritario mettere ancora le mani nelle tasche dei pensionati ai quali inspiegabilmente - ha sottolineato - non è stato esteso il bonus fiscale di 80 euro al mese, con pensioni superiori ai 2.000 euro lordi, 'rei' di essere andati in pensione - ha detto Palazzi sollecitando interventi di riforma pensioni e l'estensione del bonus Irpef di 80 euro mensili ai pensionati - con le regole in vigore nel tempo e non con quelle introdotte successivamente".