Resta alta l’attenzione sul dossier pensioni in vista del varo della manovra. Il premier Mario Draghi ieri ha messo una pietra tombale su Quota 100, la misura simbolo del governo Lega-M5S che fino al 31 dicembre 2021 consentirà l’uscita anticipata dal lavoro a 62 anni con 38 anni di anzianità contributiva. Misura che era stata introdotta in via sperimentale per tre anni e che adesso va in soffitta.

Pensioni, il premier conferma la conclusione della sperimentazione di Quota 100

Nel frattempo, con la discussione sulla legge di Bilancio alle porte, si infiamma il dibattito politico e sindacale sulla riforma delle Pensioni.

Sulla conclusione della sperimentazione di Quota 100 il presidente del Consiglio non fa giri di parole. “Non ero d’accordo con Quota 100 – ha detto ieri il premier Draghi da Bruxelles durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Europeo – e non verrà rinnovata”.

Con quale misura verrà sostituita la formula che in questi tre anni ha garantito l’accesso al trattamento previdenziale a 62 anni e non a 67 come prevede la legge Fornero? Quali elementi di flessibilità verranno garantiti per evitare di creare un enorme scalone con possibili ricadute sul fronte sociale e occupazionale.

Pensioni, Mario Draghi: ‘Bisogna essere graduali nel ritorno alla normalità’

“Ora occorre - ha detto Draghi - assicurare una gradualità nel passaggio a quella che era una normalità ed è questo l’oggetto della discussione”.

Le dichiarazioni del premier arrivano nelle ore in cui i sindacati sollecitano al governo un confronto sul dossier pensioni prima di procedere con l’approvazione della legge di Bilancio 2022.

Da Palazzo Chigi però ancora nessuna convocazione per i leader delle organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto una piattaforma previdenziale unitaria.

“L’importante è – ha sottolineato ieri il presidente del Consiglio - tenere fisso che la legge non sarà rinnovata. Poi bisogna essere graduali nell’applicarla”.

Ipotesi Quota 102: sono contrari i sindacati e la Lega di Salvini

Tra le ipotesi allo studio del governo per il dopo Quota 100 ci sono le quote 102 e 104. La prima prevederebbe l’accesso alle pensioni anticipate a 64 anni con 38 anni di anzianità contributiva, la seconda a 65 anni con 38 anni di contributi.

Proposta che non piace ai sindacati Cgil, Cisl e Uil che, come detto, sulla previdenza hanno siglato una piattaforma unitaria, e neanche alla Lega di Matteo Salvini che fa parte della maggioranza di governo.

“Una riforma delle pensioni – ha dichiarato ieri il segretario della Cgil Maurizio Landini - non è passare da quota 100 a quota 102, questa è un po’ una presa in giro, perché alla fine lasciano le cose come stanno”.

Così, invece, il leader della Lega oggi in Sicilia è intervenuto sulla questione previdenziale: “Intervenire a gamba tesa sulle pensioni - ha detto Matteo Salvini oggi a Palermo - non mi sembra il modo migliore per far rialzare il Paese. Anche perché ricordo che Quota 100 - ha aggiunto il segretario del Carroccio - ha dato lavoro anche a centinaia di migliaia di giovani".