I primi danni prodotti dalla riforma della scuola sono sotto gli occhi del Paese. Si stanno costringendo migliaia di precari, soprattutto del sud, a trasferimenti forzati verso altre regioni solo perché non si è voluto mettere in campo un potenziamento dell'offerta formativa, così da evitare trasferimenti forzati. La riforma rivela le prime disparità tra esigenze di organico e domande presentate, principalmente nella Scuola media di primo grado. L'attenzione è posta sulle 432 domande presentate dai docenti di matematica e scienze (A059) a fronte di circa 1823 cattedre disponibili.

Si arriverà che nella propria provincia di residenza un Dirigente Scolastico potrebbe aver bisogno di docenti di matematica e scienze, ma questi potrebbero essere rimasti ‘imprigionati’ nella fase B, magari a 1000 km di distanza. Il piano di assunzioni sta spostando moltissimi docenti dal Sud al Nord del nostro Paese ma, alla fine, per molte classi di concorso si arriverà alla conclusione che un incarico di ruolo, quegli stessi docenti, avrebbero potuto ottenerlo anche nel Meridione.

I precari rifiutano le assunzioni, ecco cosa succederà

I precari non vogliono spostarsi da casa e rifiutano le assunzioni. Il caso di una precaria di 44 anni e 13 anni di precariato, spiega le sue ragioni, comuni a migliaia di precari.

La ragione del rifiuto, spiega, non è una pretesa di lavoro "sotto casa",  ma una ragione di professionalità e sopravvivenza. Essere precari ed accettare un posto di lavoro lontano migliaia di chilometri da casa, significa sopravvivere con mille euro al mese e accettare di svolgere, mansioni non definite e sicuramente diverse da quelle studiate o che si è lavorato sino a quel momento. Ma cosa succederà al docente che non accetta la nomina seconda la nuova legge 107/2015? Il Miur in una nota specifica, che il docente che rifiuta la nomina, non potrà ricevere altre convocazioni per quella materia scolastica, per l'intero anno scolastico in corso, potendo però ricevere proposte di supplenza per altre materie