L'italia è un paese molto complicato per i giovani di oggi rispetto alle altre nazioni, come ha dimostrato uno studio dell'Ocse, che ogni anno esamina il benessere della società nei 34 Paesi più industrializzati. Quest'anno, secondo l'indagine, è aumentato il fenomeno della Neet Generation, ovvero una categoria di giovani di una fascia di età compresa tra i 15-29 anni, che non non sono impegnati in un lavoro, né a scuola e né in corsi di formazione, e nel nostro paese sono aumentati ulteriormente durante la crisi economica.
I giovani italiani, purtroppo, si differenziano soprattutto per l'alto tasso di disoccupazione e basso livello di competenze scolastiche e la riduzione del reddito li costringe a restare in famiglia (l'80% tra i 15-29 anni vive ancora con i genitori) , costringendoli molto spesso a rimandare i passi più importanti per crescere e diventare degli adulti autonomi.
Italia, allarme aumento fenomeno Neet
In #Italia, la percentuale di Neet era già elevata nel 2007 con il 29%, quindi di 4 punti in più rispetto alla media Ocse, che ha lanciato un vero e proprio allarme. Il fenomeno è aumentato del 27%, fino al 2014 e nonostante sia registrata una percentuale di riduzione nel 2015 (circa 2.5 milioni di giovani Neet), i dati restano sempre quelli tra i più alti in Europa dopo la Turchia.
Inoltre, l'indagine Ocse ha calcolato anche il costo della Neet Generation, inteso come impiego delle competenze che vanno perdute e un numero elevato di giovani disoccupati può influenzare negativamente sulla società come l'aumento della criminalità.
L'Italia è tra i paesi con la più alta percentuale di abbandono scolastico: il 26% dei ragazzi di età compresa tra i 25 e i 35 anni non ha nemmeno un titolo di studio di scuola secondaria superiore e il 20-26% dei giovani ha addirittura scarse competenze alfabetiche e numeriche. Solo una ridotta percentuale del 2% dei giovani italiani occupa il proprio tempo studiando e lavorando saltuariamente per fare esperienza e entrare nel mondo del lavoro.
Il nostro paese, per quanto riguarda i contratti di di apprendistato, è ancora molto indietro: il 3,4 dei ragazzi dai 16 ai 29 anni rispetto alla media registrata dagli altri Paesi Ocse.
Quale sarebbe la soluzione?
Secondo l'Ocse per risolvere questo problema della Neet Generation è necessario potenziare lo scambio di informazioni tra l'istruzione scolastica e il #mondo del lavoro con i servizi di assistenza sociale e di sostegno per l'occupazione. Sicuramente, occorre motivare i giovani sui propri progetti professionali, bisogna aumentare i contratti di apprendistato, i percorsi di formazione e soprattutto la domanda professionale in linea con le aziende.