Scuola: ancora molti bocciati al concorso per le scuole elementari. E così rischia di restare vuota una cattedra su tre. Sono 17.299 i partecipanti alle prove scritte del concorso per insegnanti delle scuole primarie, mentre sono 3.852 - secondo i dati pubblicati oggi sul quotidiano La Repubblica - le cattedre che rischiano di non essere assegnate. La cifra è enorme: un posto su tre che non potrà essere assegnato.
Concorso scuola primaria, troppi prof respinti allo scritto
La prova scritta del concorso si è svolta il 30 maggio scorso, adesso, dopo nove mesi di correzioni, in quindici regioni si stanno svolgendo le prove orali. Sono più di 12.200 i posti messi in palio da quindici regioni dove però rimarranno scoperte 3.852 cattedre. I commissari del concorso della scuola, nelle scorse settimane, commentando gli scritti, hanno parlato di errori gravi e strafalcioni che non hanno consentito a tanti partecipanti di non raggiungere neanche la sufficienza. I partecipanti ammessi alle prove orali, in quasi tutte le regioni d'Italia, sono addirittura meno dei posti messi a concorso: il 48 per cento in Lombardia, il 28 per cento nelle Marche.
In quindici regioni sono attualmente in corso le prove orali
A bocciare invece il nuovo metodo di selezione degli insegnanti previsto dalla legge Buona Scuola del Governo Renzi sono i sindacati. "I troppi bocciati - ha commentato il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi - si spiegano solo con una procedura concorsuale sbagliata. Anche per i concorsi - ha proseguito - è necessaria la continuità d'azione delle commissione fatte e rifatte continuamente. Per non parlare - ha aggiunto il sindacalista - di un'organizzazione tutta teorica e ideologica che ha trascurato completamente la realtà". "Il concorso - ha detto Lena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola - è stato impostato con prove e modalità inadeguate per la formazione dei docenti.
Al nord - ha aggiunto - i docenti insegnano da anni e i livelli di apprendimento dei ragazzi sono buoni, come testimoniano i test Ocse-Pisa. Ma il nuovo sistema di selezione - ha sottolineato la dirigente sindacale - non ha considerato le competenze acquisito nell'ambito di corsi di studio diversi anni fa".