Via libera alla procedura di monitoraggio da parte dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che si sta occupando di inviare le prime risposte sulle 66 mila domande presentate dai potenziali beneficiari delle nuove misure previdenziali ovvero Ape Sociale e Quota 41.
L'Inps avvia il monitoraggio: certificazioni entro il 15 ottobre
Come ormai tanti erano a conoscenza, entro il 15 luglio dovevano essere presentate le istanze per l'accesso ai benefici pensionistici concessi dalla nuova Legge di Stabilità volti a favorire l'anticipo dell'età pensionabile a migliaia di lavoratori che hanno dovuto fare i conti con le severe norme dettate dalla Riforma Fornero.
Mentre entro il 15 ottobre, l'Inps dovrà monitorare tutte le domande raccolte, verificare la sussistenza dei requisiti, inviare le relative certificazioni e stilare la graduatoria finale.
Come riportato da Pensioni Oggi, L'Ente di Previdenza avrebbe già avviato la procedura di monitoraggio nonostante le domande pervenute hanno superato le 60 mila richieste previste dal Governo Gentiloni che aveva messo a disposizione circa 370 milioni di euro per far fronte alle esigenze di circa 39.777 richiedenti dell'Ape Sociale e di altri 26.632 lavoratori precoci che hanno richiesto l'uscita anticipata con il meccanismo di Quota 41.
Visto l'esubero di domande, infatti, coloro che non hanno avuto modo di presentare l'istanza avranno tempo fino al 30 novembre per ripresentare la domanda che potrà essere accolta solo nel caso in cui le risorse finanziarie siano sufficienti. L'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, invece, avrà il tempo di avviare un ulteriore procedura di monitoraggio con lo scopo di inviare le certificazioni entro e non oltre la data del 31 dicembre 2017.
Governo a lavoro sull'estensione dell'Ape Sociale
Intanto, i sindacati e il Governo restano ancora a lavoro per risolvere alcuni nodi che hanno determinato l'esclusione di molte categorie di lavoratori. Come già tanti sanno, le misure previdenziali sono rivolti principalmente alle categorie più svantaggiate quali disoccupati, caregivers, invalidi al 74 % e addetti alle mansioni particolarmente usuranti. A rimanere penalizzati, migliaia di lavoratori che per via della parzialità delle norme non hanno avuto la possibilità di accedere al pensionamento anticipato e soprattutto i lavoratori appartenenti al comparto scuola che sono costretti a rimanere un ulteriore anno dietro una cattedra. Di certo, l'esecutivo penserà ad un'estensione delle platee; argomento che potrebbe essere ripreso a margine della Fase 2.