E' atteso per la prossima settimana il confronto fra il Governo Gentiloni e le parti sociali al fine di stabilire i nuovi correttivi da apportare al famigerato Ape Sociale, ormai da mesi al centro delle discussioni per via della parzialità della misura che coinvolge solo le categorie più svantaggiate economicamente oltre all'insufficienza delle risorse finanziarie che non ha permesso la fruizione della prestazione a molti lavoratori.

Ecco i correttivi in cantiere per Ape e Quota 41

Il confronto previsto per la prossima settimana, infatti, dovrebbe articolarsi su alcuni correttivi da apportare alle nuove misure previdenziali quali l'Ape Sociale e il meccanismo di Quota 41 a favore dei lavoratori precoci con lo scopo di ampliare la platea dei beneficiari.

Secondo quanto affermato da Pensioni Oggi, l'ipotesi sul tavolo dell'esecutivo riguarderebbe l'abbassamento di due o tre anni del requisito contributivo previsto per l'accesso all'Ape Sociale: per accedere all'anticipo pensionistico finanziato interamente dalle casse statali il lavoratore deve essere in possesso di almeno 63 anni di età anagrafica accompagnati dai 30 anni di contributi effettivamente versati. Requisito che potrebbe essere abbassato fino ai 27 anni in base al numero di figli presenti nello stesso nucleo familiare del lavoratore.

Probabile estensione della platea di beneficiari

Una parentesi potrebbe essere aperta anche per quanto riguarda l'estensione dell'uscita anticipata con Quota 41 ai disoccupati che non hanno avuto modo di usufruire dei cosiddetti ammortizzatori sociali oltre ai lavoratori rimasti senza lavoro a seguito della scadenza del contratto a tempo determinato.

Si tratta di una modifica utile per garantire ad una più ampia platea il diritto alla pensione anticipata dopo il raggiungimento di almeno 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica a condizione di aver iniziato a versare i contributi almeno 12 mesi prima del compimento dei 19 anni.

Di certo non mancherà l'argomento relativo alle risorse da impiegare per le domande in esubero rispetto alle previsioni del Governo Gentiloni. Difatti, l'esecutivo aveva provveduto a stanziare circa 370 milioni di euro per coprire circa 60 mila domande ma i fondi rivelati insufficienti visto il numero di domande presentate è in esubero di circa 6 mila unità. Il confronto fra Governo e organizzazioni sindacali, infatti, servirà anche per stabilire lo stanziamento di ulteriori risorse.