Tutti i lavoratori impegnati in attività organizzate in turni che comprendono anche le ore notturne potranno ottenere una maggiorazione del 50% della propria contribuzione rispetto ai requisiti di accesso delle Pensioni. Questo per quanto concerne lavori in turni figli di accordi collettivi siglati prima del 2017 e in relazione ad un decreto del 2011 che istituì una speciale prestazione previdenziale per lavori usuranti.

Proprio su questo argomento e su questa importante novità per i lavoratori alle prese con il lavoro notturno (sono tra i soggetti a cui si applica la pensione in regime lavoro usurante) va registrata la nuova circolare Inps di oggi 29 marzo.

La pensione a 61 anni e 7 mesi

La pensione in regime lavoro usurante è nettamente anticipata rispetto alle normali soglie oggi vigenti. Per quanti svolgono una delle mansioni che il decreto del 2011 ha iniziato a considerare come particolarmente usuranti (lavori nelle cava, miniere, autisti di mezzi di trasporto pubblici ecc…), la pensione si centra con 35 anni di contributi e con 61 anni e 7 mesi di età.

Ben prima dei 66 anni e 7 mesi di età necessari oggi per donne e uomini e per la pensione di vecchiaia e ben prima di raggiungere i 42 anni e 10 mesi (un anno in meno per le donne) della pensione di anzianità, o anticipata come si chiama a partire dalla riforma Fornero. Lo stesso trattamento è destinato a lavoratori impegnati in turni e che lavorano nelle ore comprese tra la mezzanotte e le 5 de mattino. Si tratta dei lavori notturni che sono oggetto del chiarimento che la circolare Inps ha messo in luce.

Cosa c'è di nuovo?

Questa particolare prestazione previdenziale o di pensione anticipata funziona con il sistema quota e senza finestre mobili a partire dal 1° gennaio 2017 (la pensione decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello in cui si raggiungono i requisiti).

Per le quote bisogna sommare età anagrafica e anni di contribuzione e sono valide anche le frazioni di anno. Per il lavoro notturno la quota varia in base a quanto lavoro si è svolto nelle ore comprese nella fascia notturna. La circolare n° 59 del 29 marzo 2018 specifica come vadano rivalutati i turni effettivamente svolti nel periodo notturno da parte di tutti i lavoratori impiegati in attività organizzate su turni di dodici ore. Tutte le giornate lavorative in cui il soggetto interessato ha prestato servizio per tutte le 6 ore che vanno dalle 24:00 alle 5:00, devono essere rivalutate per 1,5 volte. Questo surplus agevolerà i lavoratori nel centrare i turni di lavoro notturno utili alla pensione anticipata a 61,7 anni che come dicevamo variano in base a quante giornate lavorative notturne si sia effettivamente svolte.

Il Decreto sulla pensione anticipata in regime usuranti prevede che chi ha lavorato per più di 77 giorni l'anno di notte, potrà sfruttare la pensione con quota 97,6. Per periodi di anno compresi tra i 72 e 77 giorni, la quota sale a 98,6 e sale ancora di un anno per coloro che hanno giornate di lavoro considerate come notturne tra 64 e 71 per anno. Va ricordato al riguardo che restando fermo il vincolo dei contributi necessari che sono 35 anni, salendo la quota sale l’età minima di accesso a questa prestazione. Con la novità appena spiegata dall’Inps, per via del coefficiente 1,5 che deve essere utilizzato per i turni di 6 ore per notte, basteranno 50 notti per vedersi accreditare 75 giornate lavorative notturne valide per centrare l’anticipo massimo consentito, cioè a 61 anni e 7 mesi, con 35 anni di contributi.

Va ricordato inoltre che per accedere a questa pensione anticipata è necessario aver svolto il lavoro usurante o notturno per 7 degli ultimi 10 anni o per la metà della vita lavorativa a seconda di quando si completa la quota da raggiungere. Nella circolare si ricorda infine che le domande per quanti centreranno i requisiti nel 2019, vanno presentate entro il prossimo 1° maggio.