L’avvio di Ape sociale e quota 41, le due misure previdenziali più importanti emanate negli ultimi anni non sono partite certo con il piede giusto. La memoria ci riporta alle reiezioni di una quantità enorme di domande pervenute durante la prima fase del 2017 quando più del 75% delle domande presentate dai possibili aventi diritto fu respinta dall’Inps. Oggi la situazione non è certo migliorata, con i patronati che sono tempestati da segnalazioni di domande respinte anche se i lavoratori sono convinti di avere tutti i diritti di accesso all’anticipo pensionistico che offre ciascuna delle due misure.
Adesso che sta per scadere la prima finestra 2018 relativa alle domande di certificazione del diritto all’Ape sociale ed a Quota 41, bisogna capire bene cosa fare e come muoversi. Probabilmente non tutti sanno che per l’area dei lavori gravosi che è una di quelle a cui è consentito sfruttare le due misure, occorre presentare un modello che deve essere timbrato dall’azienda presso cui si svolge o si è prestato servizio.
I lavori gravosi
La prima finestra terminerà il 31 marzo con l’Inps che avrà tempo fino a giungo per inoltrare risposta al cittadino richiedente. Per quanto riguarda le fasi successive e quindi le altre finestre per le domande, esse sono stabilite nel 15 luglio e nel 15 novembre.
Molti dei problemi che sono stati segnalati da soggetti a cui le domande sono state respinte riguardano la certificazione del lavoro gravoso. Inizialmente erano 11 le attività lavorative che il Governo considerò buone per percepire sia l’Ape sociale che Quota 41. Esse erano:
- conciatori di pelli
- addetti settore pulizie
- facchini
- conducenti di mezzi pesanti anche non adibiti a trasporto persone
- macchinisti dei treni e personale ferroviario viaggiante
- gruisti
- infermieri o ostetriche di sale operatorie e sale parto
- maestre di asilo
- operai edili
- operatori ecologici e lavoratori nel capo dei rifiuti
- addetti all’assistenza di persone invalide o anziane non autosufficienti
con la nuova manovra alle 11 furono aggiunti:
- i lavoratori marittimi
- i pescatori
- gli operai agricoli
- gli operai in aziende del campo della siderurgia
Il nuovo modulo Inps
Quando si va a presentare domanda di certificazione che è il primo passo da fare per poter accedere una delle due misure, oltre che auto-dichiarare il possesso dei requisiti è necessario un adempimento della ditta presso cui si lavora o si lavorava.
Infatti deve essere l’azienda a certificare il reale svolgimento di una attività gravosa da parte del soggetto richiedente il diritto ad Ape sociale o quota 41. Il modello in questione è l’AP116, la cui nuova versione è stata recentemente pubblicata dall’Inps sul suo portale ufficiale. Questo è in pratica il modello con cui l’azienda attesta che il lavoratore alle sue dipendenze svolge o ha svolto una delle 15 attività lavorative logoranti di cui trattavamo prima.
L’aggiornamento del modello è stato predisposto proprio per l’estensione a 15 di queste categorie di lavoratori e sarà sul nuovo modello da farsi vidimare dalla ditta che l’Inps baserà la sua risposta alla domanda di certificazione che è propedeutica alla successiva vera domanda di pensione.Tutti questi insieme a disoccupati, caregivers e invalidi possono accedere alla pensione di vecchiaia con Ape sociale se si hanno 63 anni di età e 36 di contributi versati dei quali almeno 7 negli ultimi 10 anni di lavoro devono essere stati espletati in una delle categorie che darebbe diritto all’anticipo. Se invece si hanno 41 anni di contributi sempre con il requisito dei 7 negli ultimi 10, si può centrare la pensione anticipata senza vincoli anagrafici, cioè al semplice raggiungimento dei 41 anni di contribuzione versata.