Dopo due mesi dalla decisione della consulta che ha dichiarato l’Italicum parzialmente incostituzionale, come era prevedibile, i partiti non sono riusciti a modificarne quello che resta, oppure a farne una nuova tenendo conto delle indicazioni della Corte. La realtà è che gli equilibri numerici in Parlamento, ed in particolare al Senato, sono particolarmente delicati e basterebbe poco per mandare all’aria la legislatura.
Il Pd riprova con il Mattarellum
Il Partito democratico che in Parlamento può contare su oltre il 40% tra deputati e senatori, riprova a mettere in campo il Mattarellum, la legge elettorale con la quale si è votato nel 1994, 1996 e 2001. Una legge di tipo maggioritario in cui il 75% dei seggi è assegnato in collegi uninominali e il restante 25% con il sistema proporzionale con sbarramento al 4%. Inutile ricordare che una simile proposta non trova d’accordo i piccoli partiti, che oltre a non avere la certezza di arrivare al 4% nella quota proporzionale, dovrebbero eleggersi i parlamentari nei collegi maggioritari cercando accordi con i partiti maggiori.
In ultimo anche questo sistema non garantisce una maggioranza sicura la sera stessa delle elezioni visto che ogni collegio è diverso dall’altro.
Resta l’Italicum modificato dalla Corte?
L’ipotesi che, tuttavia, sembra quella più realistica è quella che alla fine non si troverà nessun accordo e si andrà a votare con l’attuale Italicum, un proporzionale puro in cui il premio di maggioranza verrà assegnato alla lista più votata purchè superi il 40% dei voti e dove la soglia minima di voti per entrare in Parlamento è del 3% il che metterebbe d’accordo i piccoli partiti (che sono tanti). Il rovescio della medaglia è che, allo stato attuale, stando ai sondaggi, non ci sarebbe la possibilità di poter formare una maggioranza, visto che in tutte le combinazioni possibili non si riesce a raggiungere i 316 seggi alla Camera. L’unica possibilità sarebbe quella che il Movimento 5 Stelle decidesse di allearsi rimettendosi in gioco e sbloccando la situazione.