Lo Stato ebraico, fino ad ora, ha violato tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite dimostrando disprezzo ed indifferenza verso il diritto internazionale. L'ONU e l'UNESCO, come tutte le nazioni non colonialistiche - dalla Cina alla Russia fino ad Iran e Venezuela - hanno condannato la sua politica cinica che deve essere chiamata col suo vero nome: imperialismo. Israele non rispetta mai la giurisdizione internazionale ed il sionismo s'è dimostrata un'ideologia razzista e colonialista stando alla Risoluzione 3379 delle Nazioni Unite del 1975: ''il sionismo è una forma di razzismo e di discriminazione razziale''.
La verità non può essere taciuta.
Trump serve la lobby ebraica
Timoroso d'essere fatto fuori, Donald Trump s'è trasformato da ''presidente anti-establishment'' a curatore degli interessi delle lobby statunitensi fregandosene - come emerge dagli ultimi provvedimenti a favore dei miliardari - delle istanze popolari. Il confronto con Kennedy non regge: JFK minacciò Ben Gurion - il responsabile del nmassacro di Deir Yassin - opponendosi, a testa alta, ad una Israele potenza nucleare. La vittima della strage di Dallas cercò di strangolare le società segrete e provò, con la Direttiva 11110, a nazionalizzare la Federal Reserve.
Trump, al contrario, ha una figlia convertita al giudaismo, ultra-sionista ed è una creatura di Wall Street. Chi governa negli USA? Certamente non il presidente eletto da nessuno.
Gerusalemme appartiene alla Palestina
I giornalisti occidentali, seppur parlano di violenze, omettono di dire che il popolo palestinese è sottoposto ad una violentissima oppressione neocolonialistica, una militarizzazione forzata che, data la violenza dei coloni, non risparmia donne e bambini. Ci sono tensioni in Palestina, c'è sconcerto nella politica internazionale e sgomento fra i vari leader mondiali, ma gli articolisti dovrebbero citare lo storico israeliano Ilan Pappe il quale ha documentato la pulizia etnica avvenuta, nel 1948, a danno della popolazione autoctona.
Lo stesso accademico, Shlomo Sand, davanti il cinismo israeliano ha rinunciato all'ebraismo, sostenendo, ormai da diversi anni, i diritti del popolo palestinese. Questa posizione condivisa da storici ed accademici illuminati come Norman Finkelstein, Israel Shamir e fu la posizione d'un gigante come Edward Said. Israele si fonda su di un furto. Un ultimo appunto: il duo Netanyahu/Trump ha mobilitato, contro di loro, perfino il peronista Bergoglio. Non si scherza - cari guerrafondai ed estremisti di destra - con la geopolitica.
Israele, senza pietà
Israele uccide senza pietà, scriveva il grande giornalista francese Regis Debray. Il bilancio delle vittime di Gaza continua a salire; sostenitori dello Stato ''per soli ebrei'' - dal lato loro - dovrebbero farsi un esame di coscienza.
Quanto pesano i ricatti della lobby ebraica nella pubblicazione d'articoli tanto poco coraggiosi? Il sociologo James Petras ritiene che negli USA la Configurazione del Potere Sionista sia uno Stato nello Stato; lo stesso vale per l'Italia? I palestinesi hanno diritto ad avere uno loro Stato, libero ed indipendente anche da un punto di vista militare, con Gerusalemme capitale, mentre Israele deve smetterla di pianificare guerre d'aggressione ogni anno. Lo Stato ebraico è davvero in preda ad una crisi di nervi, non ragiona ed ammazza innocenti come una perfetta ''macchina della morte'', questa volta mutuando le parole di Eduardo Galeano. Non mi credete? Studiate, leggetevi le cronache di Amira Hass, ricercate i libri Roger Garaudy, informatevi sulle posizioni dei rabbini Neturei Karta e poi ne riparleremo.
Il popolo israeliano deve essere tenuto distinto dalle malefatte dei governi, di destra, centro e sinistra, ma è bene che si mobiliti, finalmente, a favore delle popolazioni oppresse seguendo il nobile esempio della ONG antimperialista B'Tselem la quale ha scelto di stare dalla parte degli oppressi. Non si può sostituire il nobile ebraismo col vile sionismo imperialista, sarebbe una catastrofe.