La Corte Costituzionale oggi sarà chiamata ad esaminare ben 5 ordinanze sulla legge elettorale Italicum generate dai ricorsi presentati, presso diversi tribunali italiani, da alcuni avvocati in qualità di cittadini elettori. In particolar modo, i tribunali di Genova, Trieste, Torino, Perugia e Messina avevano giudicato le ragioni dei ricorrenti fondate e quindi sottoponibili al giudizio dei giudici costituzionali.

Paolo Grossi, giurista, politico e presidente della Corte Costituzionale dal 24 febbraio 2016, grazie alla disposizione del calendario di pubblicazione della Gazzetta Ufficiale, ha permesso che ogni ordinanza venisse sottoposta alla Consulta. I temi che oggi verranno vagliati sono: apparentamenti, capolista bloccati, premio e ballottaggio.

Il Tribunale del capoluogo ligure sottoporrà all’attenzione della Corte alcune questioni inerenti all’assegnazione del premio di maggioranza al primo turno e una questione inerente al meccanismo di recupero proporzionale dei voti in Trentino-Alto Adige. Il Tribunale di Trieste, unitamente al tribunale di Genova, si preoccuperà di far emergere le controversie relative al turno di ballottaggio e alla possibilità del candidato capolista eletto in più collegi di poter scegliere a quale agganciarsi.

Il Tribunale del capoluogo piemontese segnalerà le questioni inerenti al divieto di apparentamenti al secondo turno e al divieto di coalizioni col premio che viene assegnato a chiunque abbia ottenuto il 50% più 1 dei voti. A quest’ultima si aggiungono le controversie relative all’attribuzione del premio di maggioranza al ballottaggio tra le liste più votate, purché abbiano ottenuto il 3%, e le questioni inerenti alla possibilità per il capolista eletto in più collegi di poter scegliere il collegio a cui agganciarsi senza un criterio ben preciso e, quindi, per semplice opportunità.

Il Tribunale di Perugia si preoccuperà di sottoporre all’esame della Corte Costituzionale le questioni relative ai capolista bloccati e relative al premio.

Quest’ultimo attribuisce 340 seggi alla lista che prevale al ballottaggio, escludendo apparentamenti tra i due turni di votazione o i collegamenti tra liste, o alla lista che ottiene almeno il 40% di voti considerati validi.

Il Tribunale di Messina, infine, propone la revisione delle norme inerenti al premio di maggioranza al primo turno e della clausola di sbarramento che estromette le liste che non siano stati capaci di raggiungere il 3%. Lo stesso tribunale, inoltre, sottoporrà all’esame della Corte la questione inerente al premio assegnato al ballottaggio in assenza di una soglia minima di votanti e i dubbi relativi alle disposizioni per cui l’Italicum si applica indipendentemente dal risultato del referendum sulla riforma costituzionale.