Sembra farsi sempre più concreta l’idea della costruzione di un divisorio, diventato il mantra della sfrenata campagna elettorale di Donald Trump, tra il messico e gli Stati Uniti d’America. Sarebbe però sempre più consigliato parlare di divisorio visto che la leggenda che narra della costruzione di un insormontabile muro che si estenderà da oceano ad oceano sembra si stia sfaldando lentamente. Secondo quanto riportato dalla Cnn, il nuovo inquilino della Casa Bianca avrebbe già preparato la richiesta di un primo stanziamento di un miliardo di dollari da presentare al Congresso.
La modica cifra servirà giusto per costruire una parte iniziale della barriera lunga 100 chilometri. Il documento in questione verrà inserito dal Department of Homeland Security nella prossima legge di bilancio.
Il progetto
Il “supplemento di budget” che verrà richiesto sarà sostanzialmente volto a prolungare e rafforzare una barriera definita dai messicani “Muro della vergogna”, e di cui le basi ideali e fisiche sono stata già gettate nel 1990 durante la presidenza di George H. W. Bush. Nello specifico verrà prolungato di circa 14 miglia la barriera già esistente che separa San Diego, a sud della California, dalla limitrofa città messicana Tijuana. Verranno costruite circa 28 miglia di barriera in alcuni tratti bagnati dal Rio Grande o dal mare, e la parte già esistente ma danneggiata verrà totalmente riparata.
All’interno del documento, inoltre, sembra aperta qualsiasi ipotesi in relazione ai materiali di cui sarà composta la barriera. Si parla, quindi, sia di una costruzione più pesante fatta di cemento e mattoni che di una barriera più soft e penetrabile almeno con lo sguardo che consentirebbe una maggiora vigilanza sul confine.
Chi pagherà?
La presentazione al Congresso del documento fa presagire che il salatissimo conto verrà presentato al popolo americano e che, quindi, la promessa di una Grande Muraglia costruita con i soldi messicani sia stata l’ennesima storiella per infervorare i comizi elettorali.