L'equipe di ricercatori dell'ospedale Le Molinette di Torino ha di recente portato a termine un importantissimo studio genetico-molecolare atto ad individuare per la prima volta al mondo un nuovo gene coinvolto nell'insorgenza dell'emicrania. Questo studio è stato effettuato su diversi individui affetti da mal di testa di vario genere perché, come sappiamo, la cefalea può avere diversi ceppi ma è caratterizzata in ogni caso da una sintomatologia che si differenzia solo per le sue caratteristiche, ovvero:
- dolore fisso o pulsante
- intensità maggiore o minore di dolore
- localizzazione del dolore stesso
- durata della crisi
In ogni caso, i ricercatori hanno stabilito che in presenza di paziente affetto da qualunque forma di cefalea vi è una conseguente mutazione genetica "presumibilmente" correlata anche a fattori ambientali.
Ricordiamo infatti che alcuni tipi di mal di testa risentono persino delle variazioni climatiche. Sono stati isolati e distinti già tre diversi geni responsabili :
- CACNA1A
- SCN1A
- ATP1A2
Nuove tecniche farmacologiche per combattere la cefalea
La scoperta di cui abbiamo parlato è di fondamentale importanza, se si pensa al fatto che l'isolamento genetico in questione porterà alla modulazione di farmaci ad hoc ai quali sottoporre pazienti piuttosto che altri. Inoltre, grazie alle indagini genetiche sarà sempre più facile comprendere la tipologia di cefalea di cui si soffre. Strategie più efficaci saranno a disposizione del paziente, in quanto sarà il farmaco stesso ad interagire col processo molecolare giusto.
Il Botulino ad esempio, sembra avere un ruolo sempre più decisivo, anche se la tossina botulinica resta una tecnica considerata "invasiva", dal momento che richiede l'iniezione intra muscolo. Il Topiramato prima delle recenti ricerche scientifiche era considerato un farmaco puramente "antiepilettico"; ora viene impiegato anche per la profilassi emicranica con notevoli e vantaggiosi risultati a lungo termine agendo sul sistema nervoso centrale come una sorta di stabilizzatore dell'attività elettrica.
I ricercatori consigliano di prevenire il più possibile.
La scoperta di questi nuovi geni implicati nella cefalea e l'auspicio che ne identifichino altri ancora, cosi come i farmaci già in uso ma di recente scoperta, porta ad una doverosa considerazione: mai come nel caso della cefalea vale il detto che "prevenire è meglio che curare".
I ricercatori torinesi, insieme a questa importante pubblicazione, ci rendono noto il fatto che intossicarsi di antidolorifici da banco senza il supporto del medico può addirittura scatenare una cefalea autoindotta. Dunque, confidiamo nel loro lavoro ed affidiamoci al medico, è l'unico modo per combattere questo male oscuro.