Il nome esotico incute fascino ma anche terrore. Parliamo della 'febbre del Nilo', il cui primo caso risale a quasi un secolo fa: il 1937, in una donna che soffriva di una febbre particolarmente alta. In seguito è stata riscontrata anche negli uomini, negli uccelli e nei moscerini in Egitto negli anni cinquanta, diffondendosi infine anche in altri Paesi. Focolai principali erano Africa, Medio Oriente e India, poi si è via via diffusa in altri Paesi, complici anche i maggiori spostamenti delle persone e un mondo più globalizzato. Nella prima metà anni '90 sembrava debellata o quasi, verificandosi sporadicamente.

Ma alcuni casi tramutatisi proprio in quegli anni in epidemia - in Algeria prima e Romania poi - hanno tenuto sempre alta l'attenzione. Anzi, negli anni 2000 è arrivata in modo consistente anche negli Stati Uniti, Canada e America Latina.In questi giorni poi, diversi casi sono stati segnalati anche in Italia. Ad oggi ben sette. Vediamo dove, come si manifesta e come prevenirla.

Cinque casi in Emilia Romagna

Nelle ultime due settimane sono stati registrati i primi 5 casi del 2015 nella sola Modena, dei quali quattro di tipo neuro-invasivo e uno con sintomatologia più lieve. Due casi sono stati classificati come confermati e tre come probabili. Le persone affette da presunta o reale febbre del Nilo risiedono nell'area Nord della provincia: ben tre a Carpi, uno a Novi e uno a Concordia.

L'Ausl di Modena ha rilevato una circolazione del virus in zanzare comuni, oltre che nella propria provincia di riferimento, anche nelle province di Bologna, Ferrara, Piacenza, Reggio Emilia e Parma. Pertanto, proseguono i controlli e le misure di sicurezza dovute.

Due casi anche a Lodi

Ma non solo l'Emilia Romagna è interessata dal fenomeno, bensì anche Lodi: ad essere contagiati sono un paziente di sessantanove anni di Lodi, attualmente in terapia intensiva presso l’ospedale Maggiore e un 78enne di un Comune limitrofo a Sant’Angelo ma dislocato in provincia di Pavia, ricoverato nel reparto di malattie infettive e tropicali dell’ospedale Delmati.

Dunque anche in città cresce la preoccupazione per la febbre del Nilo.

Sintomi e pericoli

I vettori principali della Febbre del Nilo sono le zanzare e i passeri. Trova terreno fertile nelle zone con temperature elevate, molto umide, nei campi irrigati e dove piove molto. Un animale che spesso ne viene affetto è il cavallo. Infatti sono centinaia di migliaia i casi registrati da quando si conosce la malattia.

Dato che vivono in paludi, molto colpiti sono anche i coccodrilli, i rettili e gli anfibi. Ma quali sono i sintomi e i pericoli comportati dalla Febbre del Nilo? Come riporta l'Ausl di Modena, due casi su dieci presenta sintomatologie leggere, come le tipiche febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee, che in genere durano anche qualche giorno, ma qualche volta anche qualche settimana. Ciò dipende dall'età della persona affetta. Solo un caso su cento può subire sintomi gravi e consistono in febbre alta, forti cefalee, debolezza muscolare e problemi neurologici. Poi ci sono i casi estremi, quando il paziente subisce un'encefalite letale o esiti permanenti.

I soggetti più a rischio sono le persone anziane o quelle che presentano già un deficitario sistema immunitario.Meglio dunque recarsi subito in ospedale al minimo sospetto e sollecitare le Asl competenti al fine di disinfettare la zona in cui si vive.