A pochi mesi dall'inizio de "i Giochi della XXXI Olimpiade", che si terrà a Rio de Janeiro, Brasile, tra il 5 e il 21 agosto 2016, rimbomba l'appello di 125 scienziati che a gran voce chiedono che la manifestazione sportiva venga rinviata, o quanto meno trasferita dalla città ospitante, a causa dell'epidemia di virus Zika che sta affliggendo il Brasile.

Zika spaventa la comunità scientifica di tutto il mondo

Il virus Zika, che è stato isolato per la prima volta in Uganda nel 1947, ha inizato a far parlare di sè a partire dal maggio 2015, quando il governo del Brasile denunciò i primi casi di contagio. Il virus, che si diffonde dalle zanzare del genere Aedes, provoca nella maggior parte dei casi una sintomatologia di difficile riscontro, ed è anche associato ad un notevole aumento dei casi di microcefalia e ad un raro disturbo nervoso, noto come sindrome di Guillain-Barré. Nonostante non sia stata ancora dimostrata scientificamente la correlazione tra il contagio del virus e l'insorgenza di questa grave sintomatologia, il sospetto è molto forte. La preoccupazione nell'ambiente sanitario è molto alta, tant'è che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato nel febbraio 2016 come l'epidemia da Zika virus sia "un'urgenza di sanità pubblica di portata internazionale".

 

Gli scienziati chiedono l'annullamento della manifestazione sportiva

A pochi mesi dall'inizio delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, le notizie che provengono dal Brasile riguardo a Zika sono tutt'altro che rassicuranti. Tra febbraio ed aprile 2016 il Brasile ha registrato circa 90000 nuovi casi di probabile contagio dal virus, mentre il numero di bambini nati con difetti legati all'infezione si attesta a 4908 nel solo mese di aprile. Il mondo sanitario sta manifestando la propria preoccupazione; tant'è che un gruppo di 125 scienziati esperti in salute pubblica, molti dei quali anche in bioetica, in una lettera indirizzata alla dottoressa Margaret Chan, direttrice generale dell'OMS, ha manifestato le proprie perplessità, dichiarando come non sia eticamente corretto che la manifestazione sportiva si svolga come previsto, essendo molto elevato il rischio di contagio.

"Un rischio non necessario per i 500mila turisti stranieri di tutto il mondo che saranno presenti ai Giochi", i quali potrebbero "tornare alle loro case in luoghi dove può diventare endemico", così si legge nella lettera indirizzata alla Chan. Alla lettera degli scienziati è seguita rapidamente la risposta da parte di Bruce Aylward, alto funzionario dell'OMS, secondo cui non vi sia un rischio tale da ritardare i giochi di Rio, e da parte anche dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), che ha affermato come la manifestazione "non comporterà alterazioni significative" alla diffusione del virus.