Si entra in una sala giochi, ci si siede davanti ad una slot-machine, o una roulette, o ad un tavolo di blackjack, e si dà il via al rituale del gioco d'azzardo, percorso speranzoso verso una vittoria, che porti le tasche a riempirsi di soldi. C'è chi del gioco d'azzardo diventa dipendente. Succede ahimè quando il gioco si trasforma, nella vita di un individuo, in una dipendenza.

Non si gioca più per puro divertimento, bensì perché non se ne può proprio fare a meno. Il gioco d'azzardo assume l'aspetto di una droga, feroce come il fumo, l'alcol, l'eroina, e supera per importanza la famiglia, il lavoro, il risparmio, che anziché trattenuto, viene dilapidato velocemente.

La ludopatia è il desiderio smodato di darsi al gioco

Questa necessità incontenibile di darsi al gioco si chiama #ludopatia, colpisce circa 900.000 persone, numero in ascesa anche grazie al web, dove ci si può sfogare a giocare in solitaria, senza che nessuno venga a conoscenza del proprio vizio. Federico Baranzini, psichiatra e psicoterapeuta che si occupa di disturbi di personalità e dipendenze patologiche a Milano, spiega che il numero delle persone in cura sono solo 7000, numero molto inferiore rispetto a coloro che soffrono di questo serio problema.

Dal 2012 sono state stabilite cure che distolgono il malato dalla irrequietezza che porta al gioco d'azzardo, disturbi della personalità molto simili a quelli di un drogato che necessiti della sua dose quotidiana. Per darsi al gioco d'azzardo si cominciano ad investire piccole somme, sempre più crescenti via via che il gioco diventa dipendenza, per arrivare ad indebitarsi quando il denaro che si possiede non basta più. Alla base della ludopatia c'è sempre un disagio psicologico, una predisposizione genetica al gioco, come accade per quanto riguarda le droghe in generale. Il gioco d'azzardo sostituisce in alcuni casi l'antidepressivo, o peggio altri farmaci ben più pesanti, quando a giocare è un soggetto con problemi psichiatrici, con disturbo ossessivo compulsivo o antisociale della personalità.

Lo spray nasale per combattere la ludopatia

E poiché alla sensazione di piacere è legato un neurotrasmettitore, la dopamina, per combattere questa necessità di darsi al gioco d'azzardo e di diventarne quindi dipendenti, in Finlandia sta per prendere il via un esperimento con uno spray nasale, che promette di arginare questa piaga sociale. Lo spray è un farmaco di sintesi, il naxolone, già in uso per la dipendenza da oppiacei. Perché non potrebbe funzionare anche contro la ludopatia, dal momento che alcuni benefici sono già stati appurati. Si è pensato di deviare verso lo spray perchè di veloce applicazione, quindi efficace a sopire un attacco di ludopatia in meno tempo di una compressa, che impiegherebbe ben 60 minuti per venire assorbita.

Hannu Alho, che presso l'Istituto Nazionale per la salute di Helsinki, alla guida dello studio, è alla ricerca di 130 volontari affetti da ludopatia che per tre mesi siano disposti a sottoporsi alla sperimentazione. Metà di loro assumerà lo spray all'occorrenza, l'altra metà, senza saperlo, un placebo. La speranza è di ridare dignità a tutti coloro che, malati di dipendenza al gioco d'azzardo, attraverso l'uso di questo spray, possano riprendersi in mano la vita, e tutto quanto di buono essa comporti.