La dipendenza dal gioco è una vera e propria patologia. Infatti, per contrastarla, in Italia sono sorti diversi reparti dedicati proprio ai cosiddetti "malati di gioco". Il genere che maggiormente si lascia attrarre da slot e Gratta e Vinci è quello maschile, che spesso sviluppa una sorta di dipendenza anche da videopoker e giochi online, di moda anche fra le donne per una fascia d'età compresa tra i 45 e i 50 anni.

Le cause scatenanti sono diverse: spesso si tratta di crisi personali e solitudine, anche se è stato appurato come l'assunzione errata di determinati farmaci possa generare impulsi da gioco d'azzardo, proprio come successo al signor Chisci, diventato in poco tempo un "malato di gioco".

Prende un farmaco per la sua malattia: conseguenze disastrose

Gli ultimi anni, per il signor Paolo Chisci, non sono stati affatto semplici: in passato è stato un onesto contabile, nonché amministratore di condomini, con nessun tipo di vizio o di accanimento palese verso qualche forma di passatempo. Purtroppo però, di recente è incappato in una brutta vicenda che l'ha ridotto sul lastrico dopo aver giocato senza alcuna tregua alle slot e ai Gratta e Vinci, sperperando i risparmi accumulati nel tempo, in seguito ad un'irrefrenabile attrazione per il gioco.

L'uomo è diventato un "malato di gioco" dopo aver assunto per diverso tempo un farmaco, il Mirapexin, indicato per rallentare gli effetti del morbo di Parkison.

La Corte d'Appello di Firenze non ha avuto dubbi nell'affermare che la brama di gioco di Chisci sia emersa proprio in seguito all'assunzione del suddetto medicinale, prescrittogli a partire dal 2005 per provare ad attenuare i sintomi del parkinson.

Lo stesso Paolo Chisci ha "accusato" i medici dell'Asl della Versilia di non averlo avvisato delle conseguenze previste dal consumo del farmaco, e così la struttura sanitaria, in seguito alla recente sentenza della Corte d'Appello fiorentina, ora dovrà risarcire il paziente per il mancato consenso informato, versando anche le spese legali alle case farmaceutiche.

Infatti, stando alla decisione dei giudici, la responsabilità risiede proprio nella mancanza dei medici che, all'epoca dei fatti, non informarono l'uomo sugli eventuali effetti che il farmaco avrebbe potuto avere su di lui.

La sentenza sul malato di gioco

Una sentenza arrivata dopo 4 anni di battaglie legali nei tribunali, che in una prima fase aveva visto il Tribunale di Viareggio rigettare la richiesta di risarcimento presentata dal signor Paolo.

Dopo un iter lungo e tortuoso fra avvocati e giudici, il 78enne finalmente ha avuto giustizia, anche se la sua vita ormai è stata irrimediabilmente rovinata, poiché dal 2005 ad oggi, a causa del gioco d'azzardo ha mandato in fumo ben 300.000 euro.

Probabilmente nei prossimi giorni arriveranno ulteriori chiarimenti sul caso dell'assunzione del farmaco per rallentare gli effetti del Parkinson, visto che il risarcimento attribuito al signor Chisci non comprende la somma persa dall'uomo in seguito agli impulsi viziosi causati dal medicinale, come riporta "Il Tirreno".