Altra brutta notizia arriva da Sony in questi giorni. Secondo fonti certe, il colosso giapponese avrebbe venduto, anzi, svenduto, il ramo dei Videogiochi online denominato come Sony Online Entertainment ad una società statunitense. Questo ovviamente avrà delle importantissime ripercussioni nel settore dei videogiochi, visto e considerato che in seguito a tale vendita i giochi Sony non saranno più in esclusiva della società giapponese ma arriveranno anche in altre piattaforme.
Questa non è stata la prima cessione e quasi sicuramente non sarà nemmeno l'ultima che la multinazionale nipponica dovrà affrontare nei prossimi tempi per far fronte alle ingenti perdite che il gruppo ha subito nel corso dell'ultimo anno, a causa di una serie di flop che hanno caratterizzato la Sony in vari settori.
Ricordiamo infatti che prima è stata venduta la divisione Pc e poi successivamente anche il brand Vaio esattamente agli inizi del 2014. Adesso invece è toccato alla Sony Online Entertainment la quale gestisce brand storici del mondo dei videogiochi quali ad esempio Planetside, Everquest e H1Z1 nuovo titolo molto atteso di genere zombi.
Insomma davvero un brutto periodo per Sony che con queste cessioni spera di coprire il buco finanziario che gli ultimi bilanci hanno lasciato e che gravano come un macigno sulle ambizioni del colosso dell'hi-tech. La divisione in questione è stata acquistata dalla Columbus Nova, società statunitense che si occupa di investimenti e ha la propria sede principale nella città di New York.
Lo scopo di tale acquisizione è quella di rilanciare la divisione con un'ingente opera di restyling in cui la società è appunto specializzata. Da questo momento in poi quindi i giochi SOE sbarcheranno anche su Microsoft Xbox e altre console che mai prima d'ora avevano avuto questo privilegio. Altre nubi nere si addensano sulla società giapponese.
Infatti di recente è stata paventata dai vertici del gruppo la possibilità di altre illustri cessioni. Queste probabilmente riguarderanno anche le divisioni smartphone/tablet e televisiori. Altri due settori che presto potrebbero essere ceduti a terzi per coprire i quasi due miliardi di euro di perdite previste nel 2015.