Si è chiuso nel mese di ottobre il Bug Bounty di Facebookù: la società di Palo Alto ha pagato cinque milioni di euro a ingegneri da ogni parte del mondo. Grazie al programma, Facebook ha risolto molti dei suoi bug segnati da utenti scrupolosi che hanno scoperto piccoli problemi che causavano malfunzionamenti all'algoritmo di Zuckeberg. L’annuncio è arrivato da un post su Facebook da parte di Joey Tyson, ingegnere addetto alla sicurezza del social network di Mark Zuckerberg.

Nel post, ripreso dal sito Your Story, Tyson ha tirato le somme del programma che ha visto Facebook ripagare per lavoro free lance utenti dagli Usa al Messico, dall'Europa all'India. Il Bug Bounty è durato per cinque anni e grazie a esso, molti degli ingegneri che oggi fanno parte del team di Facebook sono entrati a far parte della società.

India il paese più pagato per la caccia ai bug

Secondo quanto scritto nel post, Facebook avrebbe pagato oltre seicentomila dollari solo nel primo semestre del 2016 a 149 ricercatori, dopo aver ricevuto oltre novemila segnalazioni. Il paese che ha ricevuto il maggior numero di pagamenti è stato l'India, seguito dagli Stati Uniti e dal Messico.

Il Bug Bounty program è un progetto che tocca tutti i prodotti web di Facebook: proprio quest'anno anche WhatsApp ne è entrato a far parte, mentre l'app di foto Instagram lo è già dal 2015. Per quest'ultima, un ragazzino finlandese di soli 10 anni ha ricevuto da parte di Mark Zuckerberg diecimila dollari per aver segnalato un bug, diventando subito il più giovane ricercatore premiato dalla società di Paolo Alto.

Lo sforzo di Facebook per la ricerca e la risoluzione di problemi di sicurezza e vulnerabilità del suo algoritmo continuerà anche nei prossimi anni, ha annunciato Tyson e saranno istituite maggiori risorse per aggiornare i ricercatori. La conferma di questo nuovo trend arriva anche da Apple, che ad agosto ha dichiarato di essere intenzionata a pagare fino a duecento mila dollari tutti coloro che riusciranno a trovare eventuali bug nei suoi sistemi.