Essere connessi fa parte della nostra esistenza. Attraverso smartphone, tablet, pc e smartwatch possiamo avere accesso a un'innumerevole quantità di informazioni. Tra utenti e produttori di informazioni e servizi si è instaurato un rapporto di dare avere che si traduce nella condivisione di dati personali per aver accesso a portali che li richiedono – come i social media – oppure agli e-commerce, ai quali forniamo anche i nostri dati bancari. La navigazione può comportare però dei rischi, perché internet non è utilizzato solo da persone alla ricerca di informazioni o contenuti ma anche da malintenzionati che utilizzano sistemi che aggirano gli utenti con meno esperienza per rubare dati sensibili, creando a volte anche gravi danni economici.
Come è accaduto per il caso Yahoo.
Il malvertising, quali sono i rischi per l'utente
L'uso della Rete comporta inevitabilmente un'esposizione dell'individuo, sia esso alla ricerca di contenuti o di interazioni, il rischio purtroppo è alto, a causa soprattuto di soggetti e società che non hanno altro interesse che il proprio. Con la pratica del “malicious advertising” - anche detto malvertising – questi soggetti sfruttano la poca praticità di utenti attirandoli con contenuti pubblicitari che installano automaticamente malware in grado di rubare i dati sensibili.
Ricerche e porno, contenuti per adulti non sono i più pericolosi
Bisogna tener presente che il rischio non lo si corre soltanto quando si naviga in siti web o si utilizzano app magari con contenuti per adulti.
Anzi, secondo il report della Malwarebytes – società specializzata nella sicurezza informatica – eventi mondiali importanti come il Super Bowl o l'annuncio di prodotti tecnologici come l'iPhone 7 possono portare gli utenti a navigare verso portali contenenti malvertising con addirittura maggiori possibilità di essere infettati rispetto ai siti porno.
Quest'ultimi stanno lavorando sempre più per ridurre il rischio di incappare in contenuti non graditi: una delle ultime implementazioni è stata quella del sito xHamster che è passato da HTTP a HTTPS, protocollo utilizzato da social media e da e-commerce per la comunicazione sicura e per la protezione della privacy degli utenti.
La Giornata della protezione dei dati per un'Internet migliore
Per salvaguardare l'utente meno esperto che ha che fare con un media, già nel 1981 grazie al Consiglio europeo, è nata la Giornata della protezione dei dati, nota anche come “Convenzione 108”. Celebrata ogni anno il 28 gennaio, in tutto il mondo, è una ricorrenza che intente sensibilizzare aziende e utenti sull'importanza dell'uso dei dati personali.
Per il 2017, il Comitato della Convenzione del Consiglio d’europa per la protezione dei dati ha tracciato le Linee guida sui Big Data, perché le persone sono al centro dell’economia digitale.
Secondo quanto riportato sul sito del Consiglio d'Europa, “le raccomandazioni principali prevedono che ogni elaborazione di Big Data in ambito di dati personali dovrebbe essere conforme al requisito di consenso libero, specifico, informato e inequivocabile e ai principi di limitazione delle finalità, equità e trasparenza.” Inoltre, è posta l'attenzione ai soggetti che elaborano i dati affinché essi forniscano alle persone interessate un modo tecnico semplice e intuitivo per ritirare il loro consenso.
Per di più, secondo il Consiglio, i soggetti che controllano ed elaborano i dati dovrebbero verificare il potenziale impatto dell’elaborazione dei Big Data sui diritti umani attraverso, come ad esempio, l’istituzione di comitati etici.
Il Safer Internet Day
La sicurezza dell'utente che naviga in rete è fondamentale anche per questo, come ogni anno sarà inoltre celebrata il 7 febbraio il Safer Internet Day (SID), organizzato da INSAFE-INHOPE network, per promuovere l’uso sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie. Grazie allo slogan “Be the change: unite for a better internet”, cittadini di tutto il mondo si uniranno per un'Internet più sicuro e migliore per tutti.