Uno dei cancri di questo ventennio è rappresentato dal bullismo, fenomeno noto da sempre ma che negli ultimi tempi ha raggiunto livelli di inciviltà fuori dal comune. La vittima, bullizzata, non viene più solo attaccata verbalmente o costretta a subire prepotenze di lieve entità , seppur lesive dell'altrui dignità. Essa viene spesso attaccata fisicamente, subendo un vero e proprio pestaggio da parte di individui che si nutrono, evidentemente, della più cieca ignoranza.
Il mondo si evolve, la tecnologia lo invade ed il bullismo non cessa, cambia solo mezzi e modi per continuare a torturare psicologicamente le vittime. Nell'era dei social network, questi si trasformano da mezzi di socializzazione a piazze pubbliche sulle quali 'crocifiggere' lo sfortunato di turno, ridicolizzandolo davanti al mondi intero, spesso rovinandogli per sempre la vita fino al punto che non sono mancati episodi di suicidio. Ora però la legge ha messo a disposizione un'arma in più per contrastare l'infame fenomeno.
Il Fatto
Il Garante per la protezione della Privacy ha messo a disposizione sul proprio sito un modulo per poter denunciare, nero su bianco, gli episodi di cyberbullismo, in modo tale da poter attivare tutte le azioni atte ad eliminare il materiale lesivo e tutelare la vittima.
Il modulo si compone di tre pagine, il minore che abbia un età superiore ai 14 anni o i genitori di un ragazzo di età inferiore ai 14 anni, devono indicare la tipologia di violenza telematica subita, potendo scegliere tra diverse opzioni. Con il modello è altresì possibile denunciare la diffusione illecita e non autorizzata di contenuti online aventi a oggetto il minore stesso.
Nell'ambito di questa denuncia occorre, ovviamente, specificare qual è il sito internet o il social network sul quale sono stati diffusi i contenuti illegali, indicando l'indirizzo URL del sito stesso e della specifica pagina. Il modello va poi inviato nuovamente al garante per mezzo mail, all'indirizzo: cyberbullismo@gpdp.it.
Un passo importante a tutela delle vittime del bullismo che non deve farci dimenticare un fattore importante: anche il bullo, a suo modo, è una vittima della società che ha consentito la sua crescita instabile, spesso proveniente da situazioni familiari complicate e difficili, che sfoga la sua rabbia repressa nel peggior modo possibile. Con ciò non vogliano in alcun modo giustificare comportamenti ignobili e meschini, ma far riflettere su un fenomeno che, in effetti, non ha vittime e carnefici ma solo vittime.