Molte persone, crescendo, riescono a rafforzare la propria corazza e a costruirsi una strada ricca di soddisfazioni. Ciò non toglie, però, che chi da adolescente è stato oggetto di atti di bullismo si porti dietro per sempre determinate cicatrici. Lo sa bene andrea de chiara, giovane disabile nato a Milano, che oggi ha 30 anni ma che durante il periodo della scuola ha vissuto un vero e proprio incubo. Ecco quanto ha dichiarato il ragazzo in un'intervista: 'Mi affibbiavano epiteti indicibili riferiti alla mia disabilità. Nella mia ingenuità di adolescente, invece di difendermi gli davo credito, perché in fondo dentro di me credevo fermamente di essere come loro mi dipingevano.
D'altronde ero io a deambulare con tutori e stampelle'. Andrea oggi sa che questo è un meccanismo che scatta in tutti coloro che subiscono bullismo, e che per vergogna o per l'erronea convinzione di poterne uscire da soli decidono di tenere le famiglie all'oscuro di tutto, rischiando di cadere in una spirale senza via di scampo. Per questo adesso ha scelto di andare nelle scuole e testimoniare ciò che ha vissuto, con la speranza di poter dare un contributo al cambiamento.
Quando anche gli adulti diventano bulli
De Chiara, peraltro, ha dichiarato di non essere stato maltrattato 'solo' dai coetanei, bensì anche da alcuni docenti, che in diverse occasioni l'hanno accusato di essere un buono a nulla davanti ai compagni perché associavano i suoi risultati scolastici, non sempre sufficientemente brillanti, ai suoi problemi fisici.
Ovviamente per Andrea questo è stato ancora più grave, considerato che in questo modo gli insegnanti 'hanno dato un cattivo esempio a coloro che dovevano istruire ed educare'. Eppure, nonostante tutto, il ragazzo non si è mai dato per vinto, e non solo si è diplomato ma, con grande impegno, è riuscito anche a conseguire una laurea in comunicazione.
Secondo il milanese, il disegno di legge 1261-B, volto alla prevenzione e al contrasto del cyberbullismo, può rappresentare un passo importante, visto l'uso che gli adolescenti fanno dei social network. Ciò che conta di più, però, è un costante controllo degli adulti, che devono far capire alle nuove generazioni quanto il mondo di internet debba essere sfruttato al meglio per unire e non per seminare odio.
Non a caso, secondo Andrea, le istituzioni dovrebbero prevedere dei corsi di aggiornamento per coloro che hanno il delicato compito di formare le giovani menti, affinché riescano ad individuare subito la presenza di situazioni anomale e ad intervenire tempestivamente prima che sia troppo tardi.