Uno dei più apprezzati, uno dei primi ad uscire dalla cucina per approdare sul piccolo schermo, chef Alessandro Borghese, figlio di Barbara Bouchet, è protagonista ormai di diversi programmi televisivi incentrati sul mondo della cucina, sta ricevendo sempre maggior seguito grazie all'azzeccatissimo format della trasmissione 4 ristoranti (in onda su Sky il mercoledì sera).

Per la decima puntata di questa edizione, il furgone nero è approdato a torino, dove si sono sfidati a colpi di piatti a metà tra modernità e tradizione, quattro proprietari di trattorie urbane (le tipiche piole torinesi con un tocco di innovazione).

Del resto, da un punto di vista culinario, la città sta vivendo un momento florido, basti pensare a grandi chef come Antonino Cannavacciuolo che hanno deciso di aprire qui un bistrot.

I 4 ristoranti

In sfida per il premio finale (5.000,00 € da investire nel ristorante, ndr) c'erano quattro locali molto diversi tra di loro, il cui comune denominatore era appunto quello di essere, seppur con idee diametralmente opposte, delle trattorie urbane. Il primo ristorante ad essere visitato è stato il Gaudenzio, che prende il nome dall'omonima via in cui sorge, via Gaudenzio Ferrari, ai piedi del simbolo della città, la Mole Antonelliana.

Il proprietario Stefano, 28enne con esperienze anche all'estero, ha mostrato la sua cucina ed in particolar modo una selezione dei vini molto accurata, tanto che qualcuno dei commensali ha etichettato il locale più come un wine bar che non come una trattoria urbana. Il conto finale è stato di 192,00 €, totale su cui hanno influito molto i calici di vino.

Per il secondo ristorante ci si è spostati nel quartiere di San Salvario, il regno della movida. In via Monferrato Eduardo ha aperto L'orto già Salsamentario, una ex salumeria trasformata in ristorante vegano-crudista, secondo i gusti del titolare che propone la sua idea di trattoria, abbinando la tradizione ad un menù vegano; Vegan for life come si legge sul tatuaggio che prende tutto il braccio destro di Eduardo.

Sul menù si trovano piatti dal nome classico, ad esempio le scaloppine, ma ovviamente è tutto rivisto in chiave vegana. Il conto finale è stato di 123,00 €, che ha favorevolmente impressionato gli avventori per quel che riguarda il rapporto qualità/prezzo, soprattutto in relazione alla tipologia di cucina proposta.

Per il terzo ristorante dobbiamo oltrepassare il Po e recarci dalle parti del Motovelodromo, nel quartiere di Madonna del Pilone, su corso Casale, dove c'è il Cenerentola pret-a-manger di Sara. In questo caso, il fai da te è d'obbligo, con il bancone della gastronomia a vista, pietanze da scaldare al microonde, tovagliette e posate da prendere da sé, il tutto avvolto nell'aria domestica che la titolare (e unica impiegata) ha saputo creare.

Il conto finale è stato di 80,00 €, forse un po' troppo, vista la tipologia di locale.

Il cerchio si chiude e per l'ultimo ristorante si torna in pieno centro, in via Matteo Pescatore, alle spalle di piazza Vittorio Veneto, dove si trova la trattoria Sorij Nouveau, forse la più tradizionale, almeno da un punto di vista del primo impatto, tra le quattro in gara. il titolare Piero, propone una cucina che spazia dal vitello tonnato al raviolo di bollito con il lime, che egli stesso definisce come una "bestemmia" gastronomicamente parlando. Il conto finale è stato di 161,00 € per un'offerta sicuramente ricca che però non è stata particolarmente gradita dagli altri ristoratori.

Questa puntata girata a Torino ha dimostrato ancora una volta come il format sia di successo, alternando la competizione alle cartoline sulla città, un bel biglietto da visita per chi, magari, da queste parti ancora non c'è stato.

Alla fine il miglior ristorante è risultato essere il Gaudenzio, grazie soprattutto al voto di chef Borghese, che ha permesso il sorpasso rispetto a Cenerentola, premiata in un primo momento dagli altri tre ristoratori.