Non si placano le polemiche su Gomorra-La serie 2. Dopo l'inizio delle riprese in Germania, lo scorso mese d'aprile, sembrava un percorso in discesa per Sollima e tutta la sua troupe, visto anche il successo internazionale riscosso dalla serie. Invece, non è stato così.

Il primo 'NO' è arrivato dal sindaco di Afragola, Domenico Tuccillo, che non ha ospitato le riprese di Gomorra 2 perché, dal suo punto di vista, è poco edificante l'immagine stereotipata che dà la serie di quei luoghi, offuscando di fatto, con la spettacolarizzazione della criminalità, il tentativo di resistenza delle varie forze anti-camorra presenti sul territorio. 

Al 'NO' di Afragola si sono aggiunti anche quello di Acerra, ad inizio agosto, e quello di Giugliano, di qualche settimana fa.

Alla base del rifiuto di ospitare le riprese, la paura e il timore di connotare globalmente, visto che la serie è distribuita in 70 Paesi, certi territori con certe immagini di violenza e morte.

Se possono essere comprensibili i timori e i dubbi degli amministratori di questi comuni, sono davvero ingiustificabili e deprecabili le accuse a Gomorra 2 da parte di personalità come il questore Marino che dice ai microfoni di Radio 24: 'Certi programmi tv sono offensivi e per niente rappresentativi della realtà che vogliono rappresentare'.

Gomorra 2... la serie

Gomorra 2 è, innanzitutto, una serie televisiva e non un documentario sulla camorra di Napoli e dintorni.

Una serie scritta e girata bene, in cui ogni elemento si incastra perfettamente con l'altro, in modo tale da creare un prodotto di grande qualità.  Come precisa in un'intervista su La Repubblica, il produttore Cattleya, Tozzi: 'Non si parla mai della serie...la serialità non è  realistica'.  

Dunque, è evidente che intorno a Gomorra 2 sta avvenendo una specie di cortocircuito cross-mediale, in cui ci si dimentica spesso dell'aspetto creativo e del talento delle singole persone che ci lavorano, in primis dello sguardo ruvido e per niente convenzionale con cui Stefano Sollima ci accompagna puntualmente nelle storie che racconta. 

Polemiche spesso pretestuose che lasciano intuire, fra le righe, il sospetto di un'insana dose di invidia nei confronti di un prodotto culturale che ha conquistato un successo planetario davvero impensabile.