Ormai Amici di Maria De Filippi, giunto alla sedicesima edizione, ha diminuito vertiginosamente il suo appeal sul pubblico, come dimostrano i recenti dati di ascolto. Infatti, il sabato sera viene puntualmente battuto nello share dal suo diretto competitor, Ballando con le stelle.
Un risultato che fino a qualche anno fa era impensabile e che dimostra che c'è voglia di cambiamento nel palinsesto del sabato sera targato Canale 5.
Inoltre, le polemiche suscitate dall'abbandono di Morgan e la relativa querela di Mediaset possono rappresentare l'occasione giusta per tutti (in primis per gli addetti ai lavori) per discutere sull'effettiva natura del talent.
Un format che, invece, di 'sfornare' nuovi talenti artistici, ingrossa le file dei 'reduci da reality'.
I reduci da reality
Forse, è questo il vero punto chiave del flop di Amici. I telespettatori iniziano a capire la vera natura di un 'certo modo' di fare televisione.
Innanzitutto, talent e reality show si basano su meccanismi già collaudati per cui non è richiesto uno sforzo autoriale particolarmente impegnativo.
La novità è, invece, data dai protagonisti/concorrenti che vengono continuamente sostituiti ed eliminati.
Talvolta, questi ragazzi non hanno nemmeno il tempo di godersi i famosi '5 minuti di gloria' che già sono fuori da quel determinato contesto. Ed è proprio qui che si innesca il vero cortocircuito dei talent e dei reality show.
Edizione dopo edizione, si ingrossano le file dei 'reduci', uomini e donne comuni, ragazzi e ragazze della porta accanto, che ingenuamente pensano di aver raggiunto un traguardo importante. Invece, una volta spente le luci della ribalta, si trovano a godere di una discreta popolarità, senza avere un'effettiva prospettiva di lavoro nello showbiz.
L'altra faccia della medaglia
La presenza di talent e reality show, che cannibalizzano i palinsesti televisivi, crea disoccupazione tra i personaggi che effettivamente hanno esperienze e potenzialità artistiche già collaudate.
Insomma, pensare la tv generalista nella dicotomia semplificata talent o reality, crea una perdita di valore delle professionalità dello spettacolo e, a conti fatti, non convince nemmeno più l'audience che preferisce reperirli sul web certi contenuti mediali semplificati.
Dunque, gli addetti ai lavori dovrebbero impegnarsi a elaborare e sviluppare nuove soluzioni per far rivitalizzare la carica seduttiva della televisione generalista, senza rifugiarsi nel conveniente alibi che la perdita di pubblico è dovuta esclusivamente alla frammentazione dell'offerta televisiva.
Cosa si potrebbe fare?
La televisione generalista dovrebbe trovare il coraggio di proporre qualcosa di più innovativo, elaborato e ben costruito.
Dovrebbe creare e sviluppare nuovi format in grado di valorizzare quella folta schiera di artisti che non trova spazio in una tv costantemente 'affamata' di nuovi volti sconosciuti.
Quindi, il valore aggiunto in questa nuova prospettiva potrebbe essere dato dalla selezione di un nuovo gruppo di autori in grado di rinnovare, con le loro idee, il linguaggio televisivo, attraverso la produzione di show, programmi, contenitori flessibili e interattivi, che diano al telespettatore l'ineffabile sensazione di essere di fronte alla nuova TV 2.0.
In questo processo di innovazione, un primo passo significativo potrebbe essere dato dalla sospensione di programmi, come Amici di Maria De Filippi, che risultano estremamente datati e ritriti e nella struttura e nei contenuti.