Continua l’emergenza migranti sull’isola greca di Kos. Sono migliaia i profughi che da settimane vi giungono con barconi e gommoni di fortuna dalla vicina costa turca, situata proprio di fronte, a circa 2 km di distanza. Perlopiù fuggiti dalla guerra siriana, ma provenienti anche da Afghanistan e Africa sub-sahariana, il gran numero di migranti sta mettendo a dura prova le scarse strutture d’accoglienza dell’isola greca e crea non pochi disagi nel pieno della stagione turistica.
Sull’isola si trovano accampamenti dappertutto. I profughi dormono dove trovano posto: in tenda i più fortunati, in edifici abbandonati, o semplicemente su cartoni e teli stesi sulla strada. Spesso questi bivacchi improvvisati sono a un passo da alberghi, ristoranti e spiagge affollate dai turisti, creando una singolare convivenza dei due mondi: quello dei vacanzieri e quello dei disperati.
È anche capitato che gruppi di turisti si siano organizzati per portare i primi aiuti ai migranti, offrendo loro da mangiare e da bere. Addirittura, dei bagnanti hanno tratto in salvo chi stava giungendo, fuggendo dalla disperazione, su imbarcazioni improvvisate.
La situazione è però precipitata alcuni giorni fa, quando nella canicola di agosto sono scoppiati scontri tra la polizia greca e i migranti, circa 2.000, radunati nello stadio di Kos per l’identificazione. Si conta che fino alla scorsa settimana ci fossero circa 7.000 profughi sull’isola, che non ha le dimensioni per ospitare, oltre ai turisti, tutti i migranti. Le autorità sono state costrette ad evacuare sul continente alcune migliaia di persone. Secondo fonti di polizia, a Kos sono rimasti circa 2.500 migranti.
Una nave come centro d'accoglienza provvisorio
Per cercare di alleviare la pressione sull’isola, le autorità greche hanno inviato a Kos una nave che funge da centro di registrazione dei migranti.
Si tratta senza dubbio di una soluzione inedita. Da domenica, i profughi vengono fatti salire sulla nave da crociera "Eleftherios Venizelos", appositamente giunta da Atene, per essere registrati. L’imbarcazione resterà ormeggiata una quindicina di giorni al porto dell’isola greca. I profughi possono anche rimanervi a bordo. Il vascello può ospitare fino a 2.500 migranti. Da domenica, le autorità greche effettuano a bordo della nave le registrazioni dei profughi che si trovano sull’isola. Tutti i nuovo arrivati, indipendentemente dalla loro nazionalità, vengono sottoposti alle pratiche di identificazione, come sottolineato da una portavoce dell’agenzia ONU per i rifugiati UNHCR, all’agenzia AFP.
La registrazione è necessaria per poter accertare se i migranti hanno diritto all’asilo o no. In pratica, chi otterrà lo status di asilante potrà continuare il suo viaggio verso Atene e da lì verso la sua destinazione. La maggior parte dei profughi non vuole infatti restare in Grecia, ma intende proseguire attraverso i Paesi balcanici verso un altro Stato europeo.
Le isole greche sono, al pari di Lampedusa, sotto pressione a causa dell’emergenza migranti: secondo i dati dell’UNHCR, nei primi 7 mesi dell’anno almeno 124.000 profughi hanno raggiunto la Grecia su un totale di 250.000 che hanno attraversato il Mediterraneo. Sull’isola di Lesbo ne sono approdati circa 62.000, nel Dodecaneso (di cui Kos fa parte) 34.000,15.000 a Chios e 3.000 a Creta.