Data storica quella del 14 agosto 2015. Non solo per Cuba e per gli Stati Uniti ma per il mondo intero. In seguito al disgelo tra le due nazioni e i buoni intenti ribaditi negli ultimi mesi dai presidenti Barack Obama e Raul Castro, riapre dopo oltre mezzo secolo l’ambasciata americana all’Avana. Lo scorso 19 luglio aveva riaperto i battenti l’ambasciata cubana a Washington.
La cerimonia di apertura dell’ambasciata è stata senza dubbio particolare e ricca di significati simbolici: ad issare la bandiera dell’ambasciata USA, un grande edificio situato sul Malecòn (il lungomare dell’Avana), sono stati i tre militari dei marines che quasi 55 anni fa l’ammainarono.
Andiamo a ritroso nel tempo, fino al 4 gennaio 1961. Quel giorno gli stessi tre militari, oggi in congedo, eseguirono l’ordine impartito da Washington e abbassarono il vessillo americano, che non si vide più per oltre 50 anni sul suolo cubano, se si eccettua la base USA di Guantanamo, di cui l’Avana ha recentemente chiesto la chiusura nell’ambito delle misure di distensione tra i due paesi: ma questa è un’altra storia. Torniamo all’apertura dell’ambasciata USA: Oggi, i tre veterani dei marines James Tracy, 78 anni, Larry Morris, 75 anni, e Mike East, 76 anni, hanno innalzato la bandiera a stelle e strisce sulla nuova sede diplomatica Usa all’Avana. Per sottolineare l’importanza dell’evento, da Washington è giunto espressamente il segretario di Stato USAJohn Kerry.
Quel 4 gennaio 1961 segnò l’ultimo atto formale a segnare la fine della permanenza USA sull’isola caraibica dopo la rivoluzione di Fidel Castro, che aveva preso il potere nel 1959. In tutti questi anni di interruzione dei rapporti diplomatici, gli interessi americani in terra cubana sono stati assicurati dalla Svizzera e dai suoi diplomatici.
Dunque per un’ambasciata cha riapre, un servizio - quello prestato per decenni da Berna - che termina. Servizio per il quale Washington ha espresso i suoi ringraziamenti alla Svizzera.Unico neo della giornata: alla cerimonia non hanno preso parte i dissidenti cubani, che per anni sono stati l’unico punto di contatto tra gli Stati Uniti e Cuba, ma che vedono con scetticismo il riavvicinamento del loro paese con gli USA.
Dopo l’apertura delle rispettive sedi diplomatiche rimane solo un unico passo per normalizzare i rapporti tra i due paesi: la revoca dell’embargo a Cuba da parte del Congresso americano. L’embargo pesa dal 1962 sull’economia dell’isola caraibica ed è ancora uno dei pochi simboli del clima della guerra fredda instauratosi in quegli anni. Secondo alcuni osservatori, la fine dell’embargo potrebbe essere decisa già in settembre. Tuttavia, voci più scettiche ricordano che il congresso, a maggioranza repubblicana, difficilmente si dimostrerà generoso su questo fronte prima delle elezioni presidenziali del 2016.