Sull'Isola di Tenerife, ed in tono minore sulle altre che compongono l'arcipelago delle Canarie, risiedono migliaia di italiani, tanto che nelle località più frequentate numerosi commercianti locali conoscono o quanto meno capiscono l'italiano. Pensionati e imprenditori attratti dalle tasse più basse e dal costo della vita minore, ma anche giovani che cercano all'estero un lavoro e la serenità che la madre patria gli aveva negato.

In virtù della notevole distanza delle Canarie con la penisola iberica e dunque il consolato di Madrid - per raggiungere il quale occorre un viaggio di oltre tre ore di aereo, esclusi trasferimenti da e per l'aeroporto - le due principali isole, Tenerife e Gran Canaria, sono state dotate di un Console onorario, ma stando a quanto riferito con l'iniziativa sembrano esserci problemi, tanto che accogliendo vari "mal di pancia" una concittadina che da anni vive sull'isola - Ilenia Vietri, animatrice del gruppo "Italiani a Tenerife", il più frequentato dai connazionali che vivono lì, con quasi 20.000 iscritti - ha dato il "via" ad una petizione rivolta al Ministro Gentiloni, che in poche ore ha raccolto oltre 200 firme, un numero che sembra destinato ad aumentare, e che se consideriamo la realtà locale appare non irrilevante.

L'appello al ministro degli esteri e altre figure istituzionali

La petizione, rivolta al ministro degli esteri Gentiloni e ad altre istituzioni, tra cui l'ambasciatore italiano a Madrid Stefano Sannino, lamenta il "comune senso di abbandono" degli italiani che vivono a Tenerife, e stando a quanto sostenuto dalla promotrice, sentimenti simili sarebbero comuni in molte comunità italiane all'estero, sempre più numerose.

La petizione chiede all'ambasciatore di valutare il servizio offerto alla ampia comunità italiana alle Canarie, e di provvedere a migliorarlo, dal momento che il numero degli italiani residenti a Tenerife è quasi raddoppiato negli ultimi 5 anni, passando dagli 11mila residenti nel 2011 agli oltre 21mila attuali, con un trend di costante aumento.

L'isola è inoltre visitata per turismo da migliaia di connazionali ogni anno, e anche questi possono trovarsi nelle condizioni di necessitare delle autorità consolari in caso di problemi.

Parlare con il consolato costa 1 euro al minuto

Stando a quanto riferisce Vietri, il Consolato è aperto solo "due mezze giornate alla settimana", e per essere ricevuti sarebbe necessario prendere un appuntamento. Ma non solo: la cosa che suscita più scalpore e indignazione - con alcuni connazionali che sui gruppi si lasciano andare a commenti al vetriolo - sarebbe nel fatto che per comunicare telefonicamente con gli uffici del Consolato Onorario è necessario comporre una numerazione speciale, dal costo superiore ad 1 euro al minuto, che talvolta sarebbe persino irraggiungibile con i telefoni cellulari.

"Chi si rivolge all'ufficio consolare evidentemente ha un problema" commenta un cittadino su Facebook, che prosegue: "è veramente un'indecenza che per parlare con le autorità dello Stato il cittadino debba comporre una di quelle numerazioni simili alle chat line". La polemica è appena scoppiata, ma qualcosa lascia supporre che le polemiche siano solo nella fase iniziale.