Questa mattina, intorno alle ore 8,40, si è verificato un incidente alla centrale nucleare di Flamanville, appartenente alla EDF (Électricité de France) e situata nel nord-ovest della Francia. Non sono chiare ancora le cause, anche se, in base ad una prima ipotesi, potrebbe trattarsi di un corto circuito in sala macchine. Ciò che al momento è certo che è stata registrata un'esplosione e un incendio all'impianto del reattore 1.
Alcuni operai sono rimasti feriti e intossicati.
Le autorità: nessun rischio nucleare
Sul posto sono stati inviati subito i soccorsi. I vigili del fuoco sono riusciti a spegnere l'incendio e per motivi precauzionali è stato spento anche il reattore. L'evento, secondo i primi comunicati ufficiali, si sarebbero verificati fuori dalla zona nucleare. L'esplosione, infatti, sarebbe avvenuta nella sala macchine della centrale nucleare, all'interno della quale non si troverebbero elementi radioattivi. Secondo le autorità non ci sarebbe dunque alcun rischio di fuga di materiale radioattivo, né di inquinamento.
Secondo la prefettura locale l'incidente è stato circoscritto e l'area della centrale nucleare è stata messa in sicurezza, senza ulteriori conseguenze. Secondo le autorità francesi, quindi, l'allarme è cessato e non ci sono rischi legati al nucleare, né possibili contaminazioni all'ambiente circostante.
L'incubo nucleare
Secondo quanto dichiarato dalla EDF e dalle autorità francesi, quello di questa mattina non può definirsi come un incidente nucleare. Tuttavia, ogni volta che si verifica un evento simile, vengono alla mente gli episodi di Chernobyl e Fukushima e sale l'apprensione per il verificarsi di un disastro di simile portata. Proprio nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia inquietante riguardante le emissioni radioattive della centrale giapponese a distanza di sei anni dal disastro.
Secondo quanto riferito dalla società Tepco, proprietaria della centrale nucleare, il reattore 2 starebbe ancora sversando nel mare particelle radioattive. Nell'area intorno al reattore la radioattività sarebbe pari a 530 Siervert all'ora. Per avere un'idea di quello che significa, è sufficiente dire che qualsiasi essere vivente esposto a queste radiazioni morirebbe in pochi minuti. Non è ancora chiara la portata della contaminazione conseguente a quell'incidente e i danni all'ambiente circostante, in particolare, marino e di conseguenza anche all'uomo che oltre ad essere raggiunto direttamente dalle razioni rischia di ingerire cibo contaminato.