Oltre al danno la beffa. Il fato sembra essersi accanito con le popolazioni del centro Italia in questi giorni, ma se la natura non può essere governata ed il terremoto e la neve non possono essere impediti, questo non significa che nulla si può fare per prevenire le emergenze.

E a volte quello che sembra mancare, più di tutti, è il buon senso e la buona volontà.

Si dice spesso che occorre mettere in sicurezza le zone più esposte a rischio sismico, costruire i nuovi edifici con tecniche e materiali di costruzione antisismici ed effettuare interventi mirati per preservare gli edifici storici e le abitazioni di vecchia costruzione.

Prevenire è meglio che curare e permette evitare le stragi annunciate, il crollo morale, il collasso dell'economia delle popolazioni colpite e le solite dichiarazioni di circostanza di vicinanza e solidarietà da parte di chi poteva e doveva fare qualcosa e non l'ha fatto.

Le attività di prevenzione (non del Terremoto o della calamità naturale, ma delle conseguenze) e di messa in sicurezza sono anche meno costose rispetto alla ricostruzione, anche se non manca mai chi si strofina le mani e si fa una sonora risata ogni volta che la terra trema o che il meteo si accanisce. Qualcuno che spera nel peggio c'è.

E' pur vero che il terremoto non si può sapere quando colpirà, ma si sa che prima o poi la terra tremerà e anche forte.

Nessuno sa quando nevica, ma prima o poi la neve arriverà. Allora non rimane altro che prepararsi a queste evenienze.

Si è anche detto che in questi giorni non bisogna dare spazio alle polemiche e che c'è bisogno di unità nazionale. Certo, c'è sempre qualche sciacallo pronto ad approfittare delle disgrazie altrui, anche a fini propagandistici.

Ma il monito a desistere dal creare polemiche non può toglierci il diritto di critica, soprattutto di fronte a delle notizie che gelano più della neve.

Mancati interventi preventivi nonostante allerta meteo

Da un'inchiesta de Il Fatto Quotidiano sarebbero emerse diverse mancanze che avrebbero portato ad esasperare una situazione già grave.

Si apprende che l'allerta meteo per le zone terremotate era stata inviata già il 2 gennaio, ma il numero di spazzaneve e gatti delle nevi inviati sarebbero risultato decisamente insufficiente per fronteggiare l'emergenza, mentre la mancata manutenzione stradale avrebbe reso la circolazione e l'arrivo degli aiuti molto difficoltoso se non impossibile in alcune zone.

Sarebbe stato il congelamento delle centraline elettriche a far restare circa 500 mila persone per diversi giorni senza corrente in zone quasi sommerse dalla neve. Anche qui sarebbero mancati gli interventi preventivi. Ci sarebbero tutt'ora almeno 80 mila persone senza corrente.

Non si comprendono, inoltre, le ragioni del ritardo nella consegna delle casette in legno agli sfollati, già promesse dal Governo Renzi nello scorso autunno, che costringe ancora questa gente a dimorare nelle tende o nei container.

Elicotteri fermi per burocrazia?

L'aspetto più grottesco è rappresentato dal mancato utilizzo degli elicotteri dell'ormai ex Corpo Forestale, ora assorbito dall'Arma dei Carabinieri.

Sembra che a causa di questa operazione gli elicotteri siano tutti a terra e non possono essere utilizzati. Motivi burocratici, secondo Antonio Di Lizia, ex pilota del Corpo Forestale, passato ora nei Vigili del Fuoco, il quale ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano che gli elicotteri sono fermi a causa delle lentezze burocratiche dovute al passaggio del Corpo Forestale sotto l'Arma dei Carabinieri. La circostanza sarebbe stata confermata da altri operatori. Quei velivoli sarebbero stati di grande aiuto nei soccorsi e invece sono fermi.

I rappresentanti dell'Arma, però, smentiscono. Secondo il Comando generale gli elicotteri sono fermi per motivi tecnici.

Gianluca Pasqua, Sindaco di Camerino, uno dei Comuni più colpiti, ha lanciato un'accusa molto pesante: 'Non ci sta uccidendo la neve, non il terremoto, ma la burocrazia'.