La compagnia dei carabinieri di Alatri nel corso della notte appena trascorsa ha portato a termine una operazione connessa all'omicidio di Emanuele Morganti, il giovane picchiato all'uscita da un locale della cittadina in provincia di Frosinone. I due fermati e indiziati di delitto, avrebbero fatto parte del branco che ha ucciso il ventenne mentre difendeva la propria fidanzata, poi deceduto dopo due giorni di agonia al Policlinico Umberto Primo.
Si tratterebbe di due fratellastri di Alatri: Mario Castagnacci e Paolo Palmisani.
Le indagini, che al sembrano ormai aver preso una svolta, si muovono anche sulla notizia di una presunta spedizione punitiva organizzata ai danni di alcuni dei sospettati, tra i quali proprio il Palmisani.
Il pestaggio oggetto dell’indagine
Il tutto è iniziato nel locale "Mirò" di Alatri. Qui, a quanto raccontano i numerosi testimoni, vi è stato l’inizio di un battibecco: un ragazzo di origini albanesi ha fatto apprezzamenti sulla fidanzata di Emanuele e, quando questi ha reagito, è scattata la lite e, di conseguenza, i due sono stati allontanati dal locale.
Ed è fuori del locale in piazza Margherita che è iniziato il pestaggio che ha portato alla morte del ventenne.
Secondo quanto ricostruito anche grazie all’aiuto delle telecamere poste nelle vicinanze del locale ed a quanto si è potuto apprendere, i due fermati sono fortemente indiziati di aver avuto un ruolo chiave nell’aggressione che ha portato alla morte del Morganti, morto a causa del colpo inferto con una spranga di ferro o una chiave inglese alla testa. Il colpo mortale è stato, infatti, talmente forte da provocargli una frattura cranica, estese emorragie e di conseguenza il decesso.
Erano le 4 di notte e a quella terribile aggressione hanno assistito alcuni amici del ragazzo e la fidanzata Ketty Lisi che, come ha avuto modo di dichiarare, era con Emanuele quando è iniziato il tutto ed è stata lei che ha provato a tirarlo via “ma quelli erano troppo forti.
Me lo hanno strappato dalle mani”. Una ferocia inaudita, che suscita rabbia e, al contempo, pietà per quel povero ragazzo.
Al vaglio resta la posizione di diverse persone sia italiane che straniere, mentre è lo stesso sindaco di Alatri, Giuseppe Morini, ha chiedere che chi sa parli, collaborando con gli inquirenti affinché al più presto vengano individuati tutti i responsabili. Le persone presenti fuori dal locale erano tante, in tanti hanno visto senza intervenire per contenere quella barbarie.
Questo spiacevole evento è stato peraltro richiamato anche dal presidente Sergio Mattarella che lo ha citato, parlando al Quirinale, sottolineando come bisogna fare di tutto per “contrastare le violenze, come quella avvenuta ad Alatri due giorni fa”.
Intanto, dalle 11 gli investigatori stanno tenendo, alla presenza del Procuratore capo, un incontro con la stampa nella sede del Comando provinciale dei carabinieri di Frosinone.