Succede proprio in Emilia Romagna, dove sono previsti alcuni interventi pre-elettorali del leader della Lega Matteo Salvini. In particolare a Bologna, la Sezione civile del Tribunale ha dato ragione a due richiedenti asilo che avevano fatto ricorso contro il Comune che aveva rifiutato loro la possibilità di iscriversi all'anagrafe cittadina a causa delle previsioni del cosiddetto decreto Salvini. Sulla base di questa sentenza il municipio deve provvedere all'iscrizione forzosa dei due richiedenti per disposizione della magistratura.

Di certo, il sindaco del capoluogo emiliano Virginio Merola non si opporrà a questa sentenza che, sulla base di quanto ha avuto modo di dichiarare sin da subito, “riceve con soddisfazione e che il Comune applicherà senza opporsi”.

Lo stesso sindaco, commentando sui social ed in contrapposizione al Ministro, ha avuto modo di affermare che i fatti smentiscono lo stesso Salvini, perché non è corretto negare la residenza a richiedenti asilo, basta usare la legge e la legalità democratica.

La sentenza e le prime reazioni del Ministro

Nella sentenza, il giudice Matilde Betti fornisce una lettura della legge coerente col quadro normativo comunitario e costituzionale, affermando che negare la residenza ai richiedenti asilo renderebbe loro “ingiustificatamente più gravoso” l’esercizio di tutta una serie di diritti consolidati e innegabili. In sostanza, pur non accordando il permesso di soggiorno, il Tribunale afferma che ai richiedenti asilo debba essere consentito di soggiornare un tempo sufficiente mediante l'iscrizione all'anagrafe, che è necessaria per garantire loro altri diritti costituzionalmente riconosciuti.

Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nel corso di un comizio a Reggio Emilia ha perentoriamente definito quella del Tribunale di Bologna una “sentenza vergognosa”, aggiungendo che se vi sono giudici che vogliono dedicarsi alla Politica modificando le leggi per andare in aiuto agli immigrati allora questi “devono lasciare i Tribunali e candidarsi con la sinistra”.

Proseguendo nel suo intervento, Salvini ha già annunciato un ricorso contro la sentenza, invitando al contempo tutti i sindaci a rispettare quella che è la legge dettata dal decreto sicurezza. Intanto fonti del Viminale evidenziano come le sentenze non possano intervenire sui contenuti della legge ma sono relative ai singoli casi, precisando che per modificare una norma necessita un parere della Corte Costituzionale.

Il ministro auspica poi che si torni a dibattere in Parlamento sul tema della riforma della Giustizia. Una riforma che dovrà prevedere che anche i giudici, come tutti gli altri, quando sbagliano devono pagare, “poiché oggi, in Italia, a non pagare i propri errori ci sono solo i giudici e Fabio Fazio”.