Armi giocattolo, missili con testate posticce, pura e semplice propaganda di regime. Sono stati chiamati in causa esperti di arsenali militari ed ex ufficiali delle forze armate. C'erano pareri contrastanti circa la veridicità del potenziale bellico messo in mostra dalla Corea del Nord nel corso dell'imponente parata per "Il giorno del Sole", la celebrazione del 105° anniversario della nascita di Kim Il-sung, padre fondatore del Paese e nonno dell'atuale dittatore, Kim Jong-un.

In tanti, hanno considerato la sfilata di presunti missili intercontinentali, trasportati sui carri nel corso della manifestazione, una messinscena nemmeno tanto abile. Dopo l'ultimo test missilistico, c'è maggiore preoccupazione negli Stati Uniti, in Corea del Sud e Giappone, perché il vettore precipitato nel mare nipponico sembra invece confermare tutti i progressi tecnologici, indirizzati allo sforzo bellico, da parte di Pyongyang.

Un missile che poteva raggiungere le Hawaii

Il giovane dittatore nordcoreano ha manifestato entusiasmo dinanzi a quella che sembra una prova di forza riuscita. Stavolta il test ha avuto successo: ovvio che l'obiettivo fosse quello di fare inabissare il missile, ma è stata un'esercitazione che ha mostrato al mondo una Corea del Nord meno sprovveduta di quanto alcuni presunti esperti ritengano.

"Pyongyang ha fatto certamente progressi tecnonologici - ha detto in conferenza stampa Yoshihide Suga, segretario generale del governo giapponese - ed è probabile che sia stato testato un nuovo tipo di missile. Questo conferma i nostri timori e la nostra linea resta quella di esercitare pressioni sulla Corea del Nord". Secondo l'ipotesi degli esperti militari di Giappone e Corea del Sud, il vettore è stato lanciato su una traiettoria praticamente verticale. L'ipotesi ha trovato conferma nella nota ufficiale del governo nordcoreano, il missile ha raggiunto un'altezza di oltre 2.100 km con una gittata di 787. Si è inabissato nel Mare del Giappone, comunque al di fuori dalla zona economica speciale del Paese nipponico.

In base ai calcoli effettuati dal comando militare di Tokyo, se il missile fosse stato lanciato con una traiettoria normale avrebbe percorso circa 4.000 km e, pertanto, avrebbe raggiunto la base statunitense di Guam o le isole Hawaii, dunque in pieno territorio americano.

I timori espressi dall'intelligence statunitense

Già lo scorso gennaio l'intelligence di Washington aveva espresso timori fondati circa i progressi tecnologici delle armi nordcoreane. Secondo i servizi segreti, Pyongyang sarebbe stata sul punto di sviluppare due nuovi prototipi di missili intercontinentali. Si tratterebbe di vettori più piccoli, meno di 15 metri di lunghezza rispetto ai missili balistici a raggio intermedio 'Musudan'.

La sperimentazione di questa nuova tipologia di missili sarebbe iniziata lo scorso anno. Dal sito di Kusong, lo stesso dal quale è stato effettuato l'ultimo lancio, già lo scorso ottobre erano stati effettuati due test che non erano andati a buon fine. Il mese scorso un altro lancio non riuscito, ma in tutti i casi non c'è alcuna certezza circa l'identità del vettore. Si è parlato di presunti 'Musudan', possibile invece che di trattasse del nuovo modello. In tal senso, gli analisti del settore sono concordi che tale arma possa essere tra quelle mostrate in parata lo scorso 15 aprile. Si tratterebbe di un vettore a due stadi molto simile al KN-08, un modello di missile intercontinentale che sarebbe già da tempo nelle disponibilità delle forze armate nordcoreane.

Il nome attribuito dal regime alla nuova arma è 'Hwasong 12'.

Lo spettro nucleare prende forma

Tra i proclami lanciati negli ultimi giorni dalla Kcna, l'agenzia di stampa del regime di Kim Jong-un, è sembrato particolarmente inquientante quello che spiegava le motivazioni che hanno portato al test missilistico. "Volevamo verificare le caratteristiche tecnologiche e tattiche di un nuovo missile balistico, in grado di montare una testata nucleare di grandi dimensioni". Dal 'megafono' del regime è stato comunque puntualizzato che "il test è stato effettuato utilizzando un angolo di lancio più ampio, abbiamo tenuto conto della sicurezza dei Paesi vicini". Ad ogni modo, Kim Jong-un è pienamente soddisfatto della riuscita del test.

Il leader di Pyongyang era presente al lancio, dove avrebbe esortato i propri esperti a "lavorare ulteriormente per lo sviluppo di nuove armi". Questo, fino al momento in cui "gli Stati Uniti non faranno la scelta giusta". Il riferimento è alla presenza della flotta americana nel Mare del Giappone, dove saranno effettuare esercitazioni militari congiunte con la Marina sudcoreana. "Se gli Stati Uniti tentano di provocarci - ha aggiunto Kim Jong-un - non sfuggiranno al peggior disastro della loro storia".