Come una "star" che però indossi a oltranza la maschera del male, rafforzata da un ghigno osceno: così si è mostrato nella breve apparizione pubblica il 17 enne reo confesso dell'omicidio di Noemi Durini, sfidando la gente che stanotte lo aspettava fuori della stazione dei carabinieri di Specchia, Lecce, per gridargli addosso la propria rabbia. Non un segno di pentimento, di vergogna, tantomeno di pudore.

Dopo la confessione dell'omicidio di Noemi, la 16 enne scomparsa di casa lo scorso 3 settembre, il fidanzatino omicida, prima d'essere trasferito nel carcere minorile, ha provocato la folla con atteggiamenti irriguardosi e ha rischiato il linciaggio. Era stato proprio lui, ieri pomeriggio a portare gli inquirenti nelle campagne salentine dove tra gli ulivi in un pozzo ricoperto da pietre aveva lasciato il corpo di Noemi. In stato di fermo, il ragazzo è indagato dalla Procura presso il tribunale dei minori di Lecce, per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Sostiene d'averla uccisa con un coltello.

Protagonismo criminale

Nella notte più buia e insostenibile nella vita della mamma, la sorella e di tutti i familiari di Noemi, verso l'una il ragazzo che ieri aveva confessato di averla uccisa, dopo un lunghissimo interrogatorio alla presenza del proprio difensore e del procuratore capo del tribunale dei minori, Maria Cristina Rizzo, ha lasciato la caserma dei carabinieri. Alle migliatia di persone che lo aspettavano fuori per insultarlo, lui, con il cappuccio della felpa a coprirgli la testa, ha risposto ostentando un atteggiamento spavaldo. Ha sorriso, alzando la mano destra in segno di saluto come fosse una star, e fatto la linguaccia a chi lo apostrofava. Malgrado il cordone di sicurezza dei carabinieri, alcuni dei presenti hanno tentato di raggiungerlo e linciarlo.

A fatica è stato caricato dai militari nell'auto per raggiungere il carcere minorile.

L'interrogatorio: il coltello

Nell'interrogatorio ha sostenuto di averla uccisa perché la ragazza avrebbe avuto un piano: uccidere la sua famiglia che contrastava il loro amore. Ha sostenuto che al loro ultimo incontro la ragazza era arrivata con un coltello per attuare quell'intento, e lui l'avrebbe uccisa con quell'arma. Ha detto di essere stato innamoratissimo di lei e che avrebbe voluto portarla, una volta maggiorenne, a Milano per liberarsi dalle famiglie che osteggiavano la relazione. Il procuratore Leonardo Leone De Castris ha affermato che i problemi psichici del ragazzo sono “documentati”.

Ma vigile e cosciente l'ha definito il procuratore per i minori di Lecce, Maria Cristina Rizzo

Padre indagato

Biagio Marzo, il padre del ragazzo, ha ricevuto un avviso di garanzia per sequestro di persona e occultamento di cadavere perché sospettato di aver aiutato il figlio. Ieri sera i Ris dei carabinieri hanno fatto i rilievi nell'abitazione della famiglia Marzo cercando tracce del passaggio di Noemi. Il padre del ragazzo quando Noemi aveva aggiornato il suo profilo, cambiando lo status da single a "fidanzata ufficialmente" aveva commentato così: "un cancro".

Prime ipotesi sull'omicidio

Secondo i primi accertamenti del medico legale, Noemi sarebbe stata uccisa il giorno stesso della sua scomparsa, il 3 settembre, colpita da alcune pietre: il primo esame ha rivelato lesioni dirette al cranio, ma sarà l'autopsia ad accertare le cause della morte.

Se è stato un delitto d'impeto o premeditato, lo chiariranno le indagini. Il corpo è stato occultato in fretta: quando gli investigatori sono arrivati sul luogo indicato dal 17enne, dalle pietre spuntavano i piedi della vittima. Ci sono tracce di sangue e segni di trascinamento del corpo per circa tre metri.