Arriva un nuovo capitolo sulla morte di Liliana Resinovic: nelle scorse ore la relazione medico-legale è stata depositata in Procura a Trieste. Secondo quanto emerge da essa l'ex dipendente 63enne della Regione Friuli, uscita la mattina del 14 dicembre 2021 dalla casa in cui viveva col marito Sebastiano Visentin e trovata senza vita il 5 gennaio, sarebbe morta per soffocamento. Secondo quanto emerge non sarebbe stata vittima di un atto violento, ma si sarebbe uccisa.

Liliana, un buco di 20 giorni e altri misteri

Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, periti incaricati dalla Procura di Trieste di indicare l'epoca della morte di Liliana e le cause, sono arrivati a delle conclusioni sul caso che non risolvono il mistero.

La donna sarebbe deceduta per "morte asfittica tipo spazio confinato (plastic bag suffocation), senza importanti legature o emorragie presenti al collo". La morte risalirebbe a 48-60 ore circa, prima del rinvenimento del corpo il 5 gennaio nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste che si trova nel rione San Giovanni, a poca distanza dalla casa coniugale.

Nel periodo dal 14 dicembre al 5 gennaio, Liliana era una donna scomparsa che aveva già sollevato clamore mediatico e tutta Italia la cercava. La mattina della scomparsa, quando avrebbe dovuto incontrare l'amore di gioventù ritrovato, Claudio Sterpin, i suoi due telefoni cellulari erano rimasti a casa, proprio come la fede. Alle 8 e 30 nel popoloso quartiere nessuno l'avrebbe notata.

Le indagini partite in ritardo, forse hanno determinato la perdita di elementi come i video di telecamere fisse.

Liliana, ipotesi scartate e rischio archiviazione caso

In tanti mesi di indagini sono state formulate le ipotesi più varie, tra cui quella secondo la quale Liliana sarebbe stata uccisa e il suo corpo sarebbe stato conservato in un frigorifero.

Ma i risultati della perizia escludono questa possibilità: dopo il confronto con i loro colleghi nominati dalle altre parti, i periti del pm hanno stabilito che il corpo di LIliana al momento del ritrovamento non presentava lesioni traumatiche, possibili causa o concausa di morte. Hanno rilevato, inoltre, assenza di solchi e/o emorragie al collo, di lesioni da difesa, vestiti integri e 'normoindossati', senza chiara evidenza di azione di terzi.

Il corpo era in due grossi sacchi neri, uno infilato dal basso, l'altro dalla testa. Al momento del ritrovamento, oltre al corpo e agli indumenti, anche i sacchi erano in condizioni ottime. Non resterebbe quindi che l'ipotesi del suicidio.

In una nota ufficiale, il Procuratore, Antonio De Nicolo, ha chiarito che la Procura dovrà valutare se le indagini preliminari possano dirsi completate, o se invece vadano svolte ulteriori attività per non lasciare nulla d'intentato. De Nicolo ha poi spiegato che peseranno sulla decisione i cambiamenti introdotti dall'imminente entrata in vigore della riforma penale e le carenze nell'organico dei magistrati, lasciando intendere che è possibile giungere all'archiviazione del caso.

Il legale del fratello: 'Possibile anche riesumazione, potremmo chiederla, valuteremo appena avremo le carte'

La perizia non convince il fratello di Liliana, Sergio, e gli altri familiari che non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio, se non 'inscenato'. Un punto in comune, l'unico, sia con Sebastiano che con Claudio. Entrambi gli uomini hanno dichiarato più volte che sono ancora tanti e da approfondire i nodi irrisolti, e di non credere che Liliana si sia tolta la vita. Secondo Claudio, sarebbe morta il giorno della scomparsa.

Intanto, Federica Obizzi, uno dei legali del team dei professionisti che assiste Sergio Resinovich, non intende gettare la spugna e ha già pronta una strategia: prima cosa, chiedere nuovi accertamenti.

"Non finisce qui - ha detto - La riesumazione del corpo? La considero una possibilità, potremmo chiederla. Appena avremo tutte le carte, faremo una valutazione con i nostri periti. In questo momento ci mancano davvero molti dati. Per dire, non sappiamo nulla del sopralluogo che è stato fatto all’inizio".

Secondo la legale, più di tutto è motivo di perplessità la grande discrepanza tra il momento della scomparsa e quello della morte presunta: "Davvero la cosa più assurda e inspiegabile". Obizzi sottolinea che per decifrare la vicenda bisogna tener conto della situazione in cui si trovava Liliana al momento della scomparsa: la 63enne avrebbe avuto intenzione di lasciare definitivamente il marito per andare a vivere con Sterpin.