Ormai i cani sono diventati dei veri e propri membri del nucleo famigliare, ma nonostante questo continuano ad essere moltissimi i casi di abbandono o violenza. L'ultimo episodio proprio negli ultimi giorni: a Ragusa, in Sicilia cinque cuccioli di pastore maremmano sono stati gettati in un fiume dal proprio padrone.

L'uomo è un italiano di settant'anni, residente a Monterosso Almo, che con i carabinieri si è giustificato dicendo che non fosse una sua responsabilità prendersi cura di quei cuccioli.

I piccoli, di soli due mesi, sono stati adagiati all'interno di una scatola di cartone prima di essere gettati in acqua. Il fiume in questione è l'Irmino, nella contrada di Piano del Conte e secondo le telecamere che lo hanno ripreso, il settantenne avrebbe buttato i cuccioli da un ponte.

Fortunatamente i carabinieri sono intervenuti tempestivamente e dopo aver salvato i cuccioli portandoli all'associazione "Adotta un cane", hanno subito denunciato l'uomo. I volontari che si stanno prendendo cura dei cani hanno già provveduto a trovare una nuova famiglia e una nuova casa a tre dei cinque cuccioli, assicurandosi di affidarli a buone mani.

Il loro annuncio su Twitter infatti è chiaro: "Facciamoli crescere in un ambiente caldo e pieno di affetto."

Indagini per abbandono e violenza di cani in Sicilia

Purtroppo il caso in questione non è l'unico e non è il più grave: infatti in particolare in Sicilia sono attive tutt'ora moltissime indagini riguardo a cani abbandonati o uccisi volontariamente.

Due in particolare i casi degni di nota: a Sciacca, vicino ad Agrigento, sono stati trovati 27 cani avvelenati, mentre nella provincia di Siracusa 4 cani impiccati. Ovviamente le associazioni animaliste si sono subito mosse per trovare i colpevoli, ma gli episodi hanno colpito anche il Presidente della Regione Sicilia, che è intervenuto per mostrare tutta la sua solidarietà a coloro che si stanno occupando delle indagini.

Insieme a Ruggero Razza, l'assessore della Salute, inoltre si è riunito per deliberare riguardo a quali misure attuare per combattere questo fenomeno.

Insieme sono giunti alla conclusione di dover aprire un numero maggiore di canili e di veterinari in grado di prendersi cura degli animali abbandonati. Inoltre di iniziare una massiccia sterilizzazione dei cani randagi e di un intervenire a applicare su tutti i cani i micro-chip che possono aiutare l'anagrafe canina ad aggiornarsi in tempi più brevi.