Jan Kuciak, il giornalista slovacco ucciso pochi giorni fa a colpi di pistola insieme alla sua fidanzata, si era recato in viaggio in Calabria pochi giorni prima della sua morte. A riportare questa clamorosa notizia è il Corriere della Sera, che avanza anche il dubbio che Kuciak possa avere incontrato i suoi stessi assassini mentre cercava riscontri sulla sua inchiesta per corruzione che rischia di coinvolgere anche il governo della Slovacchia guidato da Robert Fico. Secondo il quotidiano milanese, il giovane reporter si era procurato persino una cartina della regione, con tanto di mappa dei clan, soprattutto quelli della provincia di Reggio Calabria.

Prende così più consistenza la pista che ha portato all’arresto, in Slovacchia, di 7 cittadini italiani, tutti di origine calabrese, di cui alcuni legati sicuramente alla ‘ndrangheta.

Perché Kuciak cercava notizie sui clan di ‘ndrangheta?

Secondo gli ultimi riscontri investigativi rivelati dal Corriere della Sera, Jan Kuciak aveva con sé un libro sulla ‘ndrangheta che, tra le altre informazioni, conteneva una cartina della Calabria con tutti i nomi delle famiglie di ‘ndrangheta e i relativi territori di appartenenza. In particolare, il giovane reporter slovacco, avrebbe segnato con un pennarello i due paesi di Bova Marina e Palizzi, situati nella provincia di Reggio Calabria, con i nominativi delle ‘ndrine del luogo, ovvero le famiglie Talia, Vadalà e Scriva.

E, inoltre, sulla rubrica del telefono cellulare di Kuciak è stato trovato proprio il numero di Antoninò Vadalà, uno dei 7 calabresi arrestati dal governo di Bratislava e principale sospettato dell’omicidio.

Il viaggio di Kuciak in Calabria

Il perché Jan Kuciak si sia recato in Calabria pochi giorni prima di venire ammazzato in Slovacchia resta ancora un mistero.

Quel che è certo è che il giornalista sia andato a ficcare il naso dove non doveva. Per questo gli inquirenti italiani ritengono che la cupola della ‘ndrangheta calabrese, la cosiddetta ‘Mamma’, sapesse che il suo omicidio era in programma, ma che non abbia mosso un dito per fermarlo, evidentemente perché gli interessi in gioco erano troppo alti.

Fatto sta che la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Reggio Calabria aveva informato già dal 2013 il governo svolacco circa gli interessi delle ‘ndrine, concentrati nella città di Trebisov. All’epoca gli inquirenti italiani avevano informato Bratislava sul potere che le famiglie Vadalà, Rodà e Catroppa esercitavano, ed esercitano ancora, su paesi come Condofuri e Gallicianò, con ramificazioni e interessi illeciti in tutto il mondo.