Nel corso della trasmissione Dimartedì condotta da Giovanni Floris su La7 nella serata del 22 ottobre, il giornalista Rai e conduttore di Report Sigfrido Ranucci ha rilasciato diverse anticipazioni riguardo alla prossima puntata della sua trasmissione che sarà incentrata sul fenomeno dell'immigrazione e delle morti in mare.
Ranucci ha affermato che, dopo la tragedia avvenuta a Cutro (nel crotonese) che ha portato alla morte in mare di 94 migranti il 17 giugno 2023, si sarebbe verificata una seconda strage nei pressi di Roccella Ionica in Calabria, che avrebbe provocato oltre 60 morti.
I fatti, secondo Ranucci, sarebbero stati tenuti nascosti attraverso un sistema fatto di silenzi e omissioni che verrà 'scoperchiato', a suo dire, nella puntata in onda domenica 27 ottobre su Rai Tre.
Ranucci e la strage in mare nascosta: 'La Guardia Costiera sapeva'
Ranucci ha fornito diversi dettagli riguardo alla dinamica dei fatti raccontando, sempre nel salotto di Floris, di quanto fatto da un turista francese che il giorno in cui si sarebbero svolti gli eventi avrebbe salvato 12 migranti, i 'superstiti' di un gruppo che alla partenza contava 76 unità: "Tutti gli altri sono scomparsi", ha dichiarato Ranucci.
Il giornalista ha rincarato la dose evidenziando come, sempre secondo le prove raccolte dalla redazione di Report, la Guardia Costiera era stata avvisata il giorno prima: "Sappiamo anche, e abbiamo trovato le prove, che addirittura la Guardia Costiera è stata avvisata il giorno prima del ritrovamento dei 12 migranti".
Da Cutro a Roccella Ionica: 'Salme sparpagliate di proposito'
Ranucci ha in definitiva messo in discussione le azioni delle autorità, aggiungendo che le salme delle vittime sarebbero state disperse tra vari ospedali: "Le salme sono state sparpagliate, sono state portate in vari ospedali e alcune sono state rimpatriate di nascosto. Il sospetto è che chi abbia agito per nascondere questa cosa sia stato anche premiato con una promozione".
Ranucci e il caso Boccia: 'C'è un caso simile, riguarda sempre il Ministero della Cultura ma Sangiuliano non c'entra'
Sempre Sigfrido Ranucci, nel corso di un'intervento delle scorse ore a Un giorno da pecora su Radio1, è tornato poi su un altro fatto di cronaca, quello legato al rapporto lavorativo (e forse sentimentale) tra l'ormai ex Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la collaboratrice Maria Rosaria Boccia al momento sotto indagine da parte della Magistratura con le ipotesi di peculato e rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio.
Ranucci ha evidenziato come la nuova inchiesta non riguardi direttamente l'ex ministro Sangiuliano bensì il Ministero della Cultura e alcune figure di vertice di Fratelli d'Italia.
"Faremo luce su un nuovo caso Boccia nel quale Sangiuliano non è implicato, anzi a Gennaro invio il mio saluto - ha dichiarato il conduttore di Report - è stato uno dei pochi ad avere dignità dimettendosi per certi versi anche ingiustamente. Si tratta di una persona che in Rai può ancora dare il suo contributo".
E poi ancora: "È un nuovo caso Boccia che potrebbe essere al maschile, non riguarda Boccia, ma come modalità di operazione è un caso simile. Riguarda sempre il Ministero della Cultura, ma Sangiuliano non c'entra. Ci sono documenti e chat che farebbero ipotizzare responsabilità legate ad alte cariche di Fratelli d'Italia".