Ogni anno il 25 novembre ci si ricorda della violenza sulle le donne. Come mai la Giornata contro la violenza sulle donne ricorre proprio oggi? Il motivo è che in questa data coincide un macabro assassinio perpetrato nei confronti di alcune donne dominicane nel 1960 ai tempi della dittatura di Rafael Trujillo. La storia riguardava le tre sorelle Mirabal. All’epoca erano considerate delle rivoluzionarie delle ribelli.
Fu proprio per questo preciso motivo che furono torturate e poi uccise per strangolamento. Da allora questa piaga mortale non si è ancora arrestata e migliaia di donne sono state uccise da quel 25 novembre di oltre mezzo secolo fa.
L’ONU istituisce nel 1999 questa “commemorazione”
La Giornata contro la violenza sulle donne fu istituita dall’ONU nel 1999. Secondo la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, oggi il 35% delle donne ha subito una qualche forma di violenza, discriminazione da parte del proprio marito, fidanzato, padre o dalla società in cui viviamo oggi. Anche dal punto di vista lavorativo le donne subiscono una sorta di discriminazione e questo porta ad aumentare i tassi di disoccupazione fra le donne.
In Italia, secondo l’Istituto di Statistica al giugno di questo anno quasi sei milioni e ottocentomila donne hanno subito durante la propria vita un qualche tipo di violenza. È un dato sicuramente allarmante perché si tratta di una donna su tre. Altro fenomeno allarmante riguarda i figli che assistono alla violenza perpetrata sulle proprie madri.
Le leggi italiane e la violenza sulle donne
Nel nostro Paese il sistema legislativo ha prodotto, nel corso degli anni, alcune leggi volte a combattere questo fenomeno. Nel 2013, giusto per citare un esempio, la disciplina al riguardo è stata rafforzata dal Decreto Legge n. 93 del 2013, convertito poi nella Legge n. 119 del 15 ottobre dello stesso anno.
Nel corso del 2015, invece, la Legge n. 107 di luglio ha introdotto la cosiddetta "previsione dell'educazione alla parità tra i sessi nelle scuole di ogni ordine e grado". Tuttavia non basta produrre leggi volte a contrastare il fenomeno, ma bisogna anche educare le nuove generazioni a rispettare la dignità di tutti, donne comprese.