A margine di un incontro avuto con i suoi predecessori Ben Bernanke, Paul Volcker e Alan Greenspan, la governatrice della Banca Centrale statunitense Janet Yellen ha indirettamente risposto a Donald Trump, che aveva dichiarato che negli USA può scoppiare una bolla economica. La Yellen ha dichiarato che non vede evidenti squilibri di sopravvalutazione degli asset nel mercato USA, mostrando ottimismo sull'andamento dell'economia statunitense: il Paese è vicino alla piena occupazione, anche se tirano venti contrari dal resto delle economie mondiali.
La governatrice ha difeso la scelta di rialzo dei tassi operato a dicembre dichiarando che la strada continua ad essere quella di un progressivo lento aumento dei tassi di interesse. Il quadro economico degli Stati Uniti, però, è quantomeno contrastante e molteplici segnali indicano che la crescita, se continuerà, sarà molto debole. Il PIL nel primo trimestre 2016 è cresciuto sotto le attese dello 0,6%, e si attesta in zona "recessiva"; tutti gli indici economici (consumi, indice manifatturiero, ordinativi industriali, la dinamica degli ordini di beni durevoli) descrivono una economia tutt'altro che solida.
È vero che il tasso di disoccupazione è sceso al 5%, ma in questo dato c'è molto lavoro part-time, precario e comunque a basso costo, senza contare che il dato non segnala le persone che non lavorano e che hanno smesso di cercare lavoro. Le retribuzioni, quindi anche i consumi, come ci segnalano gli ultimi dati, rimangono al palo e dalla crisi del 2008 non si sono mai ripresi (ad esclusione delle retribuzione di fascia elevata e dei consumi finanziati a credito, come le automobili). La massa monetaria frutto dei vari Quantitative Easing, che è transitata esclusivamente nel sistema finanziario, non si è riversata se non in minima parte nell'economia reale e ha invece provocato la salita dei prezzi degli asset.
Wall Street continua la sua ascesa ormai sganciata da ogni dato di economia reale, reagendo solamente rispetto alle dichiarazioni della Yellen su previsioni di tassi più o meno accomodanti. Per questo motivo c'è chi negli Usa, come il candidato alle primarie repubblicane Donald Trump, vede il rischio di un mercato in bolla che possa scoppiare quando i tassi di interesse USA saliranno.