La notizia ha del clamoroso, ma bisognava aspettarselo. Parliamo del bonus Renzi da 80 euro che dal 2014 molti lavoratori dipendenti ricevono in busta paga. In questi ultimi mesi il fisco ha evidenziato come questo bonus sia stato erogato a molti che effettivamente non ne avevano diritto, vuoi per errori commessi in dichiarazione dei redditi o perché i datori di lavoro hanno continuato ad erogarlo senza aggiornare le variazioni reddituali dei dipendenti.

Il problema adesso sarà, oltre che come restituirlo, anche come evitare che lo stesso problema si ri-verifichi nel 2016.

Lavoratori interessati

Moltissimi contribuenti risultano coinvolti nella restituzione del bonus e forse neanche lo sanno. I motivi di questa anomalia sono molteplici e non sempre dipendono dal lavoratore. In primo luogo la produzione di reddito superiore al limite previsto, senza comunicarlo al datore di lavoro, potrebbe essere uno di questi. Il bonus, come sappiamo, toccava per intero fino alla soglia reddituale di 24.000 euro. Oltre questa somma, ma entro i 26.000 euro, il bonus era erogato in proporzione, mentre per redditi superiori lo stesso non era erogabile.

Altra causa potrebbe essere il modello 730 precompilato e presentato lo scorso anno. Con l’avvio sperimentale di questa nuova modalità di dichiarazione dei redditi, infatti, spesso nei dati pre-inseriti dall’Agenzia delle Entrate le giornate di lavoro, quelle di detrazione e così via, erano errati e l’onere della correzione toccava al contribuente. Questi dati hanno impatto sul bonus perché questi è erogato anche in base alle giornate di lavoro.

Per farvi un esempio, un lavoratore che ha lavorato 300 giorni all’anno, ma che nel 730 si trova ad aver inserito 365 giorni, ha percepito dal datore di lavoro il bonus per le giornate effettivamente lavorate, mentre il surplus di giornate erroneamente inserite in 730, ne ha consentito l’incasso sotto forma di credito Irpef.

Un problema normativo invece è rappresentato dai calcoli che il Ministero ha fatto per valutare a chi erogarlo o meno. Questi calcoli sono stati fatti sui redditi 2011 (anno di introduzione della misura), dati obsoleti oggi come anche per lo scorso anno perché nel frattempo, anche se le regole del bonus sono rimaste invariate, sono cambiate le situazioni reddituali dei percettori.

Come restituirli e come correggersi in tempo quest’anno

Anomalo è anche il modo con cui il Fisco ne pretende la restituzione, perché, a fronte di un bonus erogato a rate, il fisco pretende un conguaglio in soluzione unica. Con il conguaglio di fine anno, quello che di norma fuoriesce dalle dichiarazioni dei redditi, i contribuenti si troveranno l’ammanco relativo al bonus.

Di norma, questo avviene con la busta paga di gennaio e per chi lo ha percepito indebitamente per intero, potrebbe scattare la restituzione di 960 euro in un colpo solo. Fondamentale sarà controllare il proprio 730, quello che dal 15 aprile tutti i lavoratori troveranno nel proprio cassetto fiscale. Il proprio reddito va verificato per il rientro nelle soglie prestabilite per ottenere il bonus e vanno corretti errori presenti che potrebbero far ripresentare il problema nel 2016. Chi si accorge di essere in errore dovrà necessariamente presentare richiesta di rinuncia al bonus. Questa istanza può essere fatta comodamente da casa, per coloro che hanno credenziali di accesso e codice PIN per entrare nel proprio cassetto fiscale. In alternativa bisogna rivolgersi a Caf e professionisti abilitati.