La questione della chiusura delle province e del trasferimento dei suoi dipendenti in esubero presso altri Enti Pubblici, sembra essere arrivata a conclusione. La questione che ha tenuto con il fiato sospeso 1600 lavoratori è stata trattata dal Ministero della Funzione Pubblica che ha reso pubblici i posti disponibili il 9 marzo. In parole povere è stata avviata la terza fase, quella dell’assorbimento di questi lavoratori presso altri Enti che hanno carenza di personale. Vediamo quindi di capire cosa succederà adesso.
Richieste superiori ai lavoratori da trasferire
Se i dubbi riguardo agli stipendi, alle voci fisse ed a quelle variabili della busta paga, non sono stati ancora sciolti, discorso diverso sulle perplessità riguardanti il trasferimento dei lavoratori. Per gli stipendi, il rischio che diventino inferiori a quelli percepiti precedentemente è elevato. Infatti, sembra che la base fissa del salario dei lavoratori provinciali in extra numero verrà confermato a prescindere da dove andranno a lavorare, cioè a prescindere dall’Ente che li accorperà. Il problema se mai, sono le voci variabili di stipendio, cioè gli eventuali straordinari, i rimborsi spese, i buoni pasto e così via, perché è evidente che cambiando lavoro e quindi mansioni, non è detto che le stesse voci variabili siano ancora inserite nella attività lavorativa di questi soggetti.
Per quanto concerne la loro ricollocazione invece, nessun tipo di problema perché i posti disponibili, che il Ministero ha reso pubblici, sono 3200, cioè, molti di più dei 1644 lavoratori fuoriusciti dalle province. Nel dettaglio ci sono 1155 posti disponibili presso i Ministeri e presso gli uffici della Presidenza del Consiglio, 1500 ai comuni, 83 posti alle Università, 193 all’INPS ed i restanti in altri Enti e Regioni, anche se queste ultime sono quelle che già ne hanno assorbito molti tra quelli non considerati in esubero.
Il dipendente deve indicare la preferenza
Il Ministero ha anche confermato come, entro il 9 aprile, il dipendente in esubero deve indicare quale tra queste destinazioni, preferisce. Sul portale del Ministero, nell’area dedicata alla vicenda mobilità e trasferimenti del personale, c’è il modulo con le relative informazioni. La mancata scelta da parte del lavoratore, non pregiudica il lavoro, ma avrà l’effetto di rendere il trasferimento del dipendente coattivo, cioè scelto d’ufficio dal Ministero in base alle necessità.
Resta sempre fisso il vincolo che la collocazione del personale sarà effettuata tenendo conto prima di tutto dell’ambito provinciale e metropolitano e poi di quello regionale. Questo significa che si cercherà di ricollocare i lavoratori, in Enti situati nella propria provincia di residenza e successivamente nella Regione. Naturalmente questo sarà fatto nel limite del possibile ed in base alla collocazione geografica dei posti vacanti. In linea di massima, la procedura, che come dicevamo è arrivata alla fase finale, dovrebbe completarsi entro il prossimo mese di maggio, quando tutti i lavoratori saranno ricollocati ed avranno assegnata la loro sede lavorativa.