Maggiore flessibilità in uscita, esodati e Quota 41 per i lavoratori precoci; sono questi gli argomenti che dovrebbero essere trattati nell'incontro fissato per il 24 maggio con i sindacati. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, infatti, avrebbe fissato un tavolo di confronto con le parti sociali al fine di arrivare ad un accordo politico sui tema che desta maggiore preoccupazione.

Poletti convoca l'incontro con i sindacati

Il 24 maggio Cgil, Cisl e Uil, quindi, saranno impegnati per discutere sulle nuove ipotesi riguardanti i pensionamenti flessibili e le politiche del lavoro; argomenti che molto probabilmente saliranno sul treno della prossima legge di stabilità. Alla discussione, prenderà parte anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, anch'egli al centro del dibattito basato sul tema previdenziale.

Ecco le ipotesi che verranno discusse all'incontro

Come anticipato dallo stesso Giuliano Poletti, il confronto sarà incentrato sulle proposte giunte sui tavoli di Palazzo Chigi riguardanti il pensionamento anticipato a partire dai 62 anni di età anagrafica e 35 anni di versamenti contributivi con una riduzione graduale del 2% per ogni anno di anticipo dell'età pensionabile fino ad arrivare alla penalizzazione massima dell'8%. Una misura volta a favorire il cosiddetto ricambio generazionale. L'altra proposta, invece, riguarda il pensionamento anticipato in seguito a ristrutturazione aziendale finanziato direttamente dall'impresa.

Intanto, l'esecutivo resta concentrato sull'APE, che consentirebbe l'anticipo pensionabile andando però incontro ad una decurtazione sull'assegno che va dall'1 al 3%. Da discutere anche il noto problema dei disoccupati a cui mancano pochi anni alla pensione, per i quali potrebbero essere utilizzati i soldi pubblici per finanziari nuovi sussidi economici.

E di certo non potrà mancare l'intervento dei rappresentanti delle tre sigle confederali Susanna Camusso (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil) che proporranno nuove misure a favore dei lavoratori precoci che, a causa dell'aumento dell'età pensionabile non hanno avuto la possibilità di usufruire del trattamento pensionistico nonostante abbiano iniziato a versare i contributi in giovane età.

Quota 41, infatti, potrebbe rivelarsi utile al fine di garantire la pensione dopo il raggiungimento di almeno 41 anni di versamenti contributivi senza penalizzazioni ma, tuttora, nessuna risposta è arrivata dal Governo.