Come i giovani praticanti e aspiranti avvocati ben sanno, la riforma forense (l. 247/2012) prevedeva a suo tempo l’abolizione dell’uso dei codici commentati con la sola giurisprudenza all’esame di abilitazione per la professione di avvocato. Nel tempo l’entrata in vigore della norma è stata prorogata, ma il Decreto del Ministero della Giustizia n. 48/2016, emanato circa un anno fa, aveva posto la parola fine alla lunga sequela di rinvii fissando la data di scadenza per i codici annotati con la giurisprudenza.
A partire dall’esame scritto di abilitazione 2017 i candidati avrebbero dovuto usare solo i codici puri senza giurisprudenza.
Il condizionale a questo punto è d’obbligo, perché le cose a breve potrebbero cambiare.
Gli emendamenti sul Milleproroghe
La Commissione Affari costituzionali del Senato è impegnata a discutere circa i nuovi emendamenti da inserire nella bozza del ddl n. 2630, che andrà a convertire in legge il decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, il nuovo Milleproroghe emanato alla fine dell’anno appena concluso. L'incardinamento del testo in Assemblea è previsto per la seduta del martedì 14 febbraio, e i lavori dovrebbero concludersi entro fine febbraio.
Sono due gli emendamenti che riguardano i codici commentati e il risultato potrebbe essere che la loro abolizione sia slittata almeno di un anno.
Al momento però si tratta di semplici proposte, su cui la Commissione non si è ancora pronunciata.
Cosa può cambiare per i praticanti
Non resta che aspettare il termine per la conversione del Decreto Milleproroghe: entro quella data i giovani praticanti conosceranno il proprio destino in vista degli esami del prossimo dicembre. Un'attesa davvero pesante se si considera che l'intera preparazione per il prossimo esame potrebbe cambiare a seconda che le massime di giurisprudenza siano o meno consultabili durante le prove scritte. Se la proroga dovesse restare una semplice proposta, la preparazione e lo studio richiesti per superare il prossimo esame saranno di stampo decisamente più teorico e mnemonico, simili a quelli prescritti per il concorso in magistratura, rispetto a quanto richiesto agli aspiranti avvocati dal 1989 ad oggi.
Un cambiamento non da poco, nato forse per rimediare alle molte storture cui il sistema dei codici commentati aveva condotto, in particolare la deriva verso la ricerca spasmodica della sentenza perfetta, preferita allo sviluppo di un ragionamento logico - giuridico accurato.
Ad ogni modo si tratta di un cambio di passo cui nè gli studenti nè i corsi di preparazione e le scuole erano preparati, un'inversione di marcia che va soprattutto a danno di coloro che si troveranno a ripetere gli esami con un sistema completamente diverso da quello cui erano abituati: il legislatore di tutto ciò non potrà non tenere conto.