Il Sinodo dei vescovi che si sta svolgendo in questi giorni in Vaticano punta ad affrontare numerosi problemi presenti nella vita dei fedeli. L'ampio e coinvolgente dibattito che si sta tenendo a Roma potrebbe essere rappresentato erroneamente, a livello mass mediatico, come uno specchio di presunte e profonde divisioni all'interno della Chiesa Cattolica ma in realtà si tratta di un punto forte che mira a migliorare la sua missione a servizio di Dio e dell'umanità.
La corrente progressista e quella tradizionalista offrono visioni opposte e apparentemente inconciliabili. L'una aspira a tenere vivo il deposito di consuetudini che si è istituzionalizzato nel tempo; l'altra invece spinge il Papa verso una progressiva apertura nel comunicare risposte mai date prima d'ora alle nuove esigenze della post modernità.
Il Pontefice ci ha descritto la Chiesa nel tempo con immagini molto forti paragonandola, ad esempio, a un ospedale da campo che si occupa di curare i feriti e invitando i suoi pastori a prendere su di sé l'odore delle loro pecore indicando così l'urgenza di soccorrere tutti coloro che si trovano in particolari necessità.
Egli, inoltre, ha dato seguito a tali riflessioni con atti concreti sposando nella basilica di San Pietro una coppia di giovani che conviveva da anni. La Chiesa Cattolica ha bisogno di migliorare la vita delle persone pur rimanendo fedele al messaggio di Gesù Cristo che l'ha fondata perché in caso contrario crollerebbe. Il tema principale, o quello più pubblicizzato dai giornali in questi giorni, su cui i vescovi stanno dibattendo riguarda l'eventuale possibilità ai divorziati e risposati di accedere alla Comunione.
La questione non è delle più semplici in quanto se da una parte esiste il bisogno di accogliere e integrare nelle comunità di fede questi individui feriti dalla vita rendendo così il Sacramento dell'Eucarestia davvero inclusivo dall'altra vi è l'esigenza di non allontanarsi dal precetto divino secondo il quale l'uomo non deve separare ciò che il Padre Eterno ha unito.
Un punto di incontro tra tali divergenze sarebbe il rafforzamento della pastorale della famiglia, all'interno di tutte le Diocesi, mediante diverse iniziative. L'obiettivo di queste ultime potrebbe essere quello di favorire il superamento di momenti difficili che inevitabilmente sussistono all'interno della vita di coppia in modo da evitare futuri divorzi e coinvolgere quelle persone che hanno commesso questo grave peccato in adeguati cammini spirituali tramite sacerdoti ben formati che potrebbero autorizzare il singolo soggetto ad accostarsi alla Comunione dopo un periodo di penitenza.
Un'eccessiva deregolamentazione in materia potrebbe portare a gravi rischi come l'autorizzazione a livello istituzionale ad accostarsi a questo sacramento in modo sacrilego col rischio, come ricorda San Paolo nella Bibbia, di "mangiare e bere la propria condanna".
La Chiesa attende, in merito, le direttive del Papa mediante la prossima Esortazione Post Sinodale.
Il credente nel frattempo può solo avere la certezza (e pregare in tale senso) che lo Spirito Santo donerà l' infallibilità, in questo momento di passaggio, alla sua Chiesa creata da lui oltre duemila anni fa.