Le prefiche lo hanno già definito 'Un 11 septembre à la française', è l’ultima sequenza di violenza alla Francia dopo Charlie Hebdo ed altri attentati minori che esplodono nel corpo stesso della nazione. Gli spettatori che sfilavano nei tunnel d’uscita dello stadio declamavano la Marsigliese (per lotta di resistenza o per lutto?) per i caduti di una guerra che si combatte tra i servizi segreti e che a volte esplode.

Una guerra silenziosa che dirompe, nella violenza e nella retorica. Ma chi ha provocato la guerra, di cui i soli eserciti che si conoscano sono quelli dei profughi che hanno pervaso l’Europa, forse si aspettava la punizione.

La Francia non combatte i terroristi

Quello nei supermercati, nelle sedi dei giornali, negli stadi o nei pub è un altro livello di guerra, le battaglie vere si combattono tra servizi segreti. L’evento militare è stato considerato la punizione alla République e di fila il capo imputato è Bashar Al Assad. Dal 2011 è in corso un’operazione in suolo siriano per strappare la regione al dittatore.

Damasco però è contesa da tre fronti: Assad, che cerca di conservarla, i terroristi e, terzi, gli occidentali. I terroristi appartengono alla neoformazione  Daesh, noto nell’acronimo Isis, nato da una costola di Al Qaeda, ma dalla quale si distanzia per il disegno politico. Infatti l’obiettivo del suo Kaisar, il califfo Al-Bagdadi, è la creazione di uno Stato Islamico, attualmente già molto avanzato nei confini. E l’obiettivo politico si identifica anche con quello religioso: recuperare la Siria all’islamismo wahabita. L’Occidente come sempre si è portato dietro la sua faccia di ambiguità. Lo rivela DEBKA File, l’intelligence israeliana: ufficialmente la coalizione, simile al Patto Atlantico, è in lotta per detronizzare Assad, ma allo scopo non ricusa di armare i terroristi.

Nel 2013 Francia e Gran Bretagna fecero pressione sull’esecutivo europeo affinché sospendesse l’embargo sulle armi verso la Siria, così per riprendere il traffico. I pick up e le Toyota che figurano nei video auto-promozionali dei jhidaisti che entrano nelle nuove città conquistate sono state vendute dagli Stati Uniti.

Hollande aveva previsto di insediare al potere dei terroristi pur di stanare Assad, chiamati dalla Francia ‘ribelli moderati’. E qui pecca l’umorismo: le armi che hanno falcidiato 129 persone,  in comuni luoghi di intrattenimento, non potrebbero essere quelle trafficate e dirette nascostamente dagli armatori francesi ai terroristi moderati?  Dietro la guerra in Siria c’è un lucro.

Adesso i servizi segreti francesi potranno riagganciare la Nato per rilanciare l’offensiva in Oriente, agitando la 'false flag' dell’attentato. Il conflitto siriano ha prodotto un’emorragia di profughi che si sono riversati in Europa e che muro a muro non si sa più dove spostare. Oggi non suona più tanto sibillina l’ultima profezia di Gheddafi che evocava l’angelo nero della morte per gli Occidentali che avevano patteggiato e sostenuto i terroristi.  Allora Gheddafi moriva portandosi dietro le prove del finanziamento a lui girato da Sarkozy per pacare la sua terra. ’L’Occidente deve scegliere tra me e il caos del terrorismo’, era la frase del ricatto. Oggi l’Occidente è una sola patria transnazionale ed il canto della Marsigliese si leva in coro. Ma l’ideologia appartiene ai poveri ed ai semplici, ai capi appartiene il complotto.