Rischiatutto era senza dubbio il programma più atteso dell'intera stagione televisiva. Anticipato dalla striscia quotidiana dei provini trasmessa su Rai Tre fino a qualche giorno fa, la trasmissione è stata caricata di notevoli aspettative sia da parte dei telespettatori che dagli addetti ai lavori, giornalisti in primis. In realtà, il 'Rischiatutto' di Fabio Fazio, sin dalla prima puntata, è risultato un programma abbastanza noioso, dal ritmo eccessivamente lento, con troppo spazio alle digressioni e poco al gioco.
Non ha convinto della seconda puntata, soprattutto, la scelta dei concorrenti, apparsi tutti e tre poco preparati e dotati di scarso coraggio, insomma, poco reattivi alle dinamiche del programma. Nel complesso, i tre aspiranti campioni di puntata (Molinari, Orfino, Grandi) sono sembrati poco eterogenei tra di loro e nell'età e nel background culturale, ma la cosa che ha colpito di più, in negativo, è stata la loro scarsa preparazione sull'attualità. Magari, la presenza di un giovane, reattivo e dinamico, avrebbe creato un'interazione più frizzante con il presentatore e con gli altri concorrenti.
Fiorello: ospite della serata
Ospite della serata, per la prima volta insieme a Fabio Fazio, lo showman Fiorello che non ha deluso le aspettative.
Divertente, ironico, a tratti straripante, ha ravvivato il pubblico presente nello studio con le sue gag e le sue battute fulminanti. Insomma, nonostante i cinque anni di latitanza dal piccolo schermo, ha dimostrato di essere in perfetta forma, pronto per una nuova eventuale avventura televisiva. Dunque, l'artista siciliano è stato una delle poche note positive della serata. Da salvare la valletta Matilde Gioli che, oltre ad avere un bel sorriso, è apparsa anche molto spigliata in alcune occasioni.
Da salvare anche la parte finale del 'Rischiatutto', una specie di backstage, dinamico e dal montaggio serrato, in cui è stato mostrato ai telespettatori ciò che avvenuto prima della diretta. Nel complesso, del 'Rischiatutto' di Fazio non ha convinto appieno la scelta di rimanere eccessivamente fedele all'originale, magari, con una scenografia diversa, dei concorrenti e delle materie più 2.0, con un ritmo di gioco più veloce, sarebbe stato un programma meno nostalgico, meno noioso, ma soprattutto avrebbe potuto far appassionare le nuove generazioni.