Il Venezuela muore un po' alla volta, sopraffatto dalla crisi, dalla corruzione di Stato e dal malgoverno. Muore perché non ci sono farmaci, non c'è cibo e la sua gente non può nemmeno protestare, perché repressa con violenza.

Il paese agonizza nelle mani di un incapace, Maduro, il quale finge di non vedere la disperazione di un popolo allo stremo. Gli arroganti al potere, molti dei quali invischiati nel narcotraffico internazionale, non accettano alcuna via d'uscita democratica, cercando lo scontro violento.

Henrique Capriles, governatore dello Stato Miranda, ritiene che Maduro voglia un golpe, quello che gli permetterebbe di passare dal torto alla ragione.  

L'elettorato si è espresso democraticamente, con milioni di firme in poche ore, ha chiesto di attivare il referendum revocatorio del presidente, ma il Tribunal Supremo de Justicia, composto integralmente da giudici eletti proprio dal regime, quindi suoi alleati, ne impedisce l'attivazione e blocca la Asamblea Nacional regolarmente eletta dal popolo nello scorso dicembre, con una vittoria schiacciante, una vittoria che il dittatore, chiaramente, non vuole riconoscere.

Maduro grida al tradimento facendo sorridere amaramente per la sua ignoranza e sfacciataggine, sventola accuse contro l'America e di farsi un esame di coscienza non ci pensa proprio, tra l'altro è illegittimo perchè non venezuelano come stabilisce la Costituzione, ma la possibilità di revocarlo per questo motivo è remota, dal momento che tutti i poteri confluiscono tutti su di lui.

Paradossalmente il regime è terrorizzato dal popolo, sa di essere in difetto e quindi, annunciato lo stato di emergenza, del tutto incostituzionale, minaccia anche l'applicazione dello Estado de conmociòn interna per mezzo del quale i suoi poteri sarebbero illimitati. Tutto questo mentre i venezuelani, tra cui moltissimi bambini, muoiono per la mancanza di farmaci e cure mediche, per la scarsità di cibo e d'igiene; hanno indignato e commosso le immagini  di persone che si cibano dalla spazzatura.

L'ultima accusa lanciata da Maduro è contro il segretario dell'Organizzazione degli Stati Americani, Luis Almagro, reo di aver accettato la richiesta di attivare la 'carta democratica' richiesta dall'opposizione in aiuto ai venezuelani e, come se non bastasse, comunica in diretta TV, che la Asamblea Nacional avrebbe i giorni contati, infischiandosene del fatto che sia stata eletta dalla stragrande maggioranza degli elettori venezuelani.

Il quadro che ne esce è quello di un paese spaccato in due, da una parte Maduro, il "suo" Tribunale personale, il CNE organismo elettorale che dovrebbe essere indipendente ma che in realtà è manovrato dal governo insieme al potere militare chavista e dall'altra il Parlamento votato.

Un popolo che risponde con manifestazioni di piazza che vengono regolarmente represse. Come se tutto questo non bastasse, una grave crisi energetica sta spegnendo il paese.

Il venezuelano si sente preso in giro nel vedere i figli e i parenti della casta postare fotografie sui social esibendo ricchezze e cene nei ristoranti di lusso di tutto il mondo. Recentemente Forbes ha dedicato la copertina alla figlia di Chàvez, Marìa Gabriela, ritenuta una delle donne più ricche dal mondo grazie dall'eredità paterna. Suo padre, affacciatosi sulla scena politica come golpista, di umili origini, si è smodatamente arricchito durante gli anni al potere.

Il Venezuela è sempre più isolato e ha risposto 'no' alla mediazione del Vaticano rifiutando l'incontro col Monsignor Gallagher.

Il governo resiste, senza risparmiare colpi bassi, ma è completamente fuori controllo ed è altissimo il  rischio di  una guerra civile.

Malgrado la mancanza di medicine nelle farmacie e negli ospedali si aggiri intorno al  90%, Maduro non accetta aiuti dall'estero, illuso di nascondere al mondo la grave emergenza sanitaria e sociale che ha colpito il Venezuela. Un paese e milioni di vite umane nelle mani di un irresponsabile