Il Governo ha indetto il concorso docenti 2016. Pongo un quesito che da settimane preoccupa migliaia di persone: per la stessa classe di concorso, in alcune regioni su 160 candidati sono stati ammessi all'orale, dopo uno scritto ed una prova pratica, circa 80 professori. In altre su altrettanti candidati solo 2. Il dato è preoccupante perché apre le porte ad una domanda: ma la valutazione è oggettiva a livello nazionale? Soprattutto: è stata informata l'opinione pubblica?

Questi i fatti e le domande aperte. Siamo rammaricati e arrabbiati per quanto sta accadendo. Le promesse erano altre da parte del Governo. Certamente l'ignoranza dei docenti è diffusa e non dobbiamo nasconderci dietro a un dito. Certamente, anche questo è vero, circa la metà dei professori non insegna per missione e, per questo, rischia di educare in una maniera non del tutto idonea a quanto gli competerebbe. Però questa percentuale di prof comprende anche i docenti di ruolo, soprattutto loro in quanto i più numerosi nella Scuola, e i docenti che non hanno partecipato a questo concorso. Sostenere quindi con sicurezza che il Governo abbia pienamente il controllo della situazione, cioè che abbia ragione nel bocciare l'80% dei precari che hanno tentato questo concorso, è per lo meno opinabile proprio perché è molto difficile, statisticamente, che molto più della metà di loro sia così scarsa da non passare gli esami.

Una tale disparità di giudizio è altrettanto piena di interrogativi. Siamo dentro un concorso nazionale uguale per tutti. Le prove pratiche sono state redatte singolarmente dalle regioni. Questo apre le porte a domande legittime. Le griglie di valutazione sono state realizzate dalle singole commissioni, anche questo è sinonimo di soggettività. Che per lo stesso numero di candidati in alcune regioni ne siano stati ammessi la metà, già un numero molto basso, mentre in altre regioni siano stati ammessi due unità, alimenta ancor di più dubbi oggettivi sulla veridicità di un tale sistema. Lancio quindi questo sasso nello stagno.